26 marzo 2013 – La corruzione? Per le imprese parlarne non è più un tabù, ma in pratica il vizietto resta. Anzi, addirittura cresce. Uno studio condotto da Vigeo su 1,268 compagnie appartenenti ai mercati del Nord America, dell’Europa e dell’Asia pacifico ha mostrato che un numero sempre maggiore di società comunica esplicitamente riguardo al problema, e su come affrontarlo. Eppure i casi di corruzione crescono inesorabilmente.

Il 20% delle compagnie americane e il 16% delle europee nel 2012 sono state soggette a un’accusa o a una condanna per corruzione. Nel 2010 le percentuali si erano attestate al 15% e al 13 per cento. La corruzione è però anche questione di settore, tra i 32 analizzati dallo studio alcuni rimangono più soggetti agli atti illeciti. Tra questi il settore farmaceutico, il settore edile, quello petrolifero e dell’automotive.

Eppure, a parole, le società analizzate comunicano di essere sempre più “etiche”. La ricerca mostra come nel 2012 sempre più compagnie si siano impegnate nel sottoscrivere comportamenti sempre più etici: «il maggiore livello di trasparenza contribuisce a creare un ambiente in cui per i corrotti è sempre più difficile corrompere. Nonostante ciò ancora molto rimane da fare. Oltre all’impegno formale le società dovrebbero mettere in atto programmi di formazione per educare i lavoratori contro la corruzione» afferma Daniel Lebegue, Presidente del Transparency International France.

Lo studio mostra che nel 2012 le società europee che avevano sottoscritto comportamenti etici erano l’87%, il 6% in più rispetto al 2010. Trend positivo confermato anche dalle compagnie nord Americane, dove le percentuali sono cresciute di 2 punti, dal 97% registrato nel 2010 al 99% dello scorso anno.

La soluzione sembra perciò giungere da un maggiore coinvolgimento della classe dirigenziale. Dallo studio emerge che proprio l’impegno del top management e lo sviluppo di best practice siano i metodi migliori non solo per prevenire, ma anche per combattere, la corruzione. «I risultati dello studio rinforzano la nostra conclusione – afferma Fouad Benseddik, Direttore delle relazioni istituzionali di Vigeo – che un impegno a livello manageriale risulta essere il metodo migliore per muoversi verso una cultura lontana dalla corruzione». La Gran Bretagna in quest’ambito indica la strada. Con sei società che figurano tra le migliori 30 al mondo, le compagnie del Regno Unito dimostrano di essere particolarmente attente e sensibili al problema.

Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews