10 dicembre 2012 – «La responsabilità sociale è uno dei punti cardine per rilanciare la competitività dell’economia Europea a livello globale», lo ha affermato il Presidente dell’Unione Europea José Manuel Barroso alla prima edizione del Csr Europe’s Enterprise 2020 Summit tenutasi a Bruxelles lo scorso 29 Novembre. L’elemento rilevante emerso dal vertice riguarda il ruolo trainante attribuito dall’Ue alla responsabilità sociale d’impresa (Csr) per riportare in auge l’economia europea. Obiettivo, però, raggiungibile solo se le imprese verrenno sostenute da un’azione legislativa che premi e supporti le aziende più responsabili.

«Le autorità pubbliche, infatti, possono giocare un ruolo importante nell’accettazione di queste pratiche», ha affermato Richard Howitt, europarlamentare con delega alla Corporate social responsibility, durante il suo intervento al summit. E lo possono fare, in primis, dando il buon esempio, «mettendo cioè in pratica ciò che predichiamo».

In base ai dati riportati dall’Europarlamentare, la situazione della Csr nei Paesi membri è incoraggiante. Già 25 governi su 27 hanno sviluppato, negli ultimi anni, strategie nazionali per sostenere la responsabilità sociale. Mentre «19 Paesi su 25 hanno concordato, o stanno comunque preparando, strategie riguardo al business e al rispetto dei diritti umani basate sulle linee guida dettate dalle Nazioni Unite» ha aggiunto Howitt. «Il fatto che queste strategie – ha continuato il parlamentare – siano spesso state prodotte in collaborazione con il Multi-Stakeholder Forum è un segno dell’importanza politica attribuita, a livello nazionale, alla responsabilità sociale».

Solo poche settimane fa, infatti, Cipro e la Finlandia hanno definito la loro strategia. La Polonia è in fase di assestamento mentre la Spagna ha posto in revisione il proprio sistema. Dal canto suo anche l’Italia sta ultimando un piano nazionale sulla Csr (vedi ETicaNews del 5 dicembre).

Tra le varie sfide delineate nel summit, è emersa l’importanza di rendere il mondo del business più trasparente. Dai dati risulta che solo 9 Paesi su 27 hanno già reso obbligatori i report di sostenibilità. Il tema del reporting, già dibattuto dalla comunità internazionale a Rio+20, è infatti cruciale per incentivare comportamenti più responsabili. Negli ultimi tempi, inoltre, India, Cina, Brasile, Sud Africa e Stati Uniti hanno implementato regolamentazioni per la stesura dei report di sostenibilità. L’Europa deve accelerare il passo. Howitt ha inoltre auspicato che il report integrato «diventi la norma a livello globale entro la conclusione delle strategie di Entreprise 2020».

Il tema è stato affrontato anche dal presidente Barroso nel suo intervento: «La realtà è che gli indicatori che stiamo sviluppando accresceranno la trasparenza: alle compagnie sarà richiesto di adempiere a obblighi comparabili, e i consumatori saranno in grado di valutare in modo giusto le performance di un’impresa».

Il ruolo dei governi è perciò fondamentale per rendere efficaci le iniziative di responsabilità sociale attraverso lo sviluppo di norme adeguate. «In un periodo come questo – ha infatti affermato Barroso – la responsabilità sociale è sempre più importante». Soprattutto per l’Unione europea, ha proseguito il presidente, in quanto «è un meccanismo per assicurarsi che i valori europei siano difesi in Europa e si disseminino sempre più in altre parti del mondo».

Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews