14 gennaio 2014 – Un’occasione mancata per i cittadini milanesi la possibilità di presentare, entro il 7 gennaio scorso, proprie proposte sotto forma di integrazioni e di osservazioni in merito al codice di comportamento della Asl Milano. Proposte che – si legge nel sito dell’azienda sanitaria locale – «sarebbero state opportunamente valutate per la redazione definitiva del codice di comportamento e della relazione illustrativa». La possibilità «per garantire la massima partecipazione dei soggetti interessati» era stata evidenziata sul sito, ma – per anche per problemi di budget – non ne era stata data pubblicità con altre forme.

«Nessun cittadino ha risposto – risponde il settore risorse umane dell’azienda a ETicaNews, ma noi la possibilità l’abbiamo data, perché c’è un clima di richiesta di trasparenza che è percepito soprattutto sul web».

Resta l’importanza del documento, che presenta alcune novità rispetto al passato. «La novità – spiegano le risorse umane – sta nel fatto che il codice diventa più specifico e adattato alle caratteristiche aziendali. Finora avevamo un codice di comportamento per tutta la Pubblica amministrazione, adesso se ne crea uno specifico per l’area e per l’azienda con le caratteristiche territoriali».

Il testo è stato redatto in base alla legge anticorruzione e a quella che regola i rapporti di lavoro nella pubblica amministrazione. L’obiettivo è evitare i conflitti d’interesse e garantire la trasparenza in tutti gli appalti, i contratti di fornitura e le operazioni che coinvolgono aziende e imprenditori privati. Tutti i lavoratori e i dirigenti di corso Italia d’ora in poi dovranno comunicare ai loro superiori (entro dieci giorni dalla stipula del contratto o dell’appalto) se sono a rischio di conflitto d’interesse. Ovvero, se con la ditta che ha vinto l’appalto o alla quale è stata assegnata la fornitura, hanno un vincolo di parentela (fino al secondo grado) o una relazione d’amicizia. O se, negli ultimi tre anni, hanno avuto – in prima persona o attraverso un familiare – rapporti finanziari o di lavoro con quella azienda. Se sì, scatterà per il lavoratore l’obbligo di astensione: non potrà essere assegnato alla pratica, che dovrà essere passata a un collega.

Ma c’è un’altra novità. Non si applica soltanto ai dipendenti, ma a tutti i collaboratori e consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, e alle imprese fornitrici di beni o servizi.

Il nuovo codice punta un faro anche sulla questione dei regali, che lavoratori e dirigenti non potranno in nessun caso chiedere al cittadino, né accettare, se non nel caso di doni di valore non superiore ai 100 euro. Ogni lavoratore avrà l’obbligo di comunicare al proprio capo il dono che ha ricevuto e il valore relativo entro dieci giorni dalla consegna. Stesso discorso anche per i viaggi e le partecipazioni ai convegni sanitari, organizzati da privati, come ditte e case farmaceutiche: anche in questo caso scatterà per il lavoratore l’obbligo di dire di no.

Il giro di vite riguarderà anche le consulenze che lavoratori e quadri aziendali della Asl possono svolgere per ditte private: in questo caso, il dipendente non potrà collaborare con le aziende che negli ultimi due anni hanno avuto rapporti economici con l’Asl.

Dopo essere stato sottoposto all’ufficio di pubblica tutela dell’Asl e ai Comuni interessati, il codice – come previsto dal decreto 62 del 2013 – entrerà in vigore entro il 31 gennaio.

Fausta Chiesa

A cura di ETicaNews