22 luglio 2013 – È il paradiso del segreto bancario. Vuole diventare il regno dei cieli della Finanza Sri. La svizzera ha lanciato nelle scorse settimane un segnale forte. Due associazioni, la Sfg (Sustainable Finance Geneva) e la Tsf (The Sustainability Forum Zürich), hanno annunciato un programma per fare della Confederazione un centro di riferimento mondiale della finanza sostenibile. Il progetto si è concretizzato in un White Paper attraverso cui chiamare all’azione (una “Call to action”) gli operatori finanziari della confederazione.

Il documento, “Path to the sustainable financial centre Switzerland”, compie una approfondita analisi dello stato attuale della finanza Sri, prende in esame i punti di forza elvetici, stila cinque pilastri sui quali basarsi per arrivare a fare della sostenibilità un punto di forza competitivo. «Fare della sostenibilità – si legge nell’introduzione firmata dai presidenti delle due associazioni – una parte integrante del Sistema finanziario svizzero porterà tangibili benefici per gli operatori in termini di posizionamento, attrattività e competitività a livello internazionale». Dunque, la strada verso la finanza Sri, ancora una volta, si dimostra qualcosa che associa agli aspetti valoriali anche un concetto freddo e duro: è intesa come fattore competitivo.

L’analisi affronta poi la questione: perché la Svizzera dovrebbe giocarsela meglio di altri? Il White Paper porta correttamente in risalto il fatto che «la Svizzera può costruire la propria identità sostenibile su una solida tradizione di valori democratici e standard ambientali tra i più alti al mondo». Resta però il fatto che si parla di uno Stato che per secoli è stato un paradiso fiscale nonché il forziere blindato di ogni ricchezza border line accumulata in Europa e nel mondo. Anche oggi che il segreto bancario svizzero è stato duramente messo alla prova dalle pressioni internazionali, restano però inossidabili barriere a salvaguardare i salvadanai nel giardino dietro casa.

Non è un caso che la parola «trasparenza» venga proposta una molteplicità di volte nel White Paper. Per Sfg e Tsf è cruciale combinarla con un caposaldo della finanza svizzera («Il cliente resta al centro di tutto»), dunque le due associazioni non nascondono la necessità di un profondo intervento normativo e regolatorio, che ridisegni certi ambiti della governance degli gnomi bancari nazionali, ma soprattutto evidenziano l’importanza di adottare quelle linee guida internazionali che rappresentano una svolta culturale verso la finanza Sri (tra le altre, viene spinta l’adozione di uno stewardship code per promuovere l’azionariato attivo dei gestori dei fondi).

Insomma, la Svizzera parte con profonde contraddizioni, ma non le nasconde e cerca una nuova identità per essere player di riferimento anche nella finanza di domani. Il fatto che anche le banche elvetiche scendano in campo con un messaggio di questo genere richiama quanto scritto la scorsa settimana in relazione alla svolta sostenibile di un nome come Rothschild (Se anche Uncle Scrooge diventa Sri).

È iniziata la campagna di posizionamento del mondo finanziario, anche dei grandi calibri. In Italia, il punto è sintetizzabile così: sabato scorso, in uno speciale dedicato ai fondi pensione dal più prestigioso giornale economico nazionale, non c’era nemmeno un rigo sulle opportunità di indirizzare le immense risorse previdenziali verso la finanza Sri.

 

A cura di ETicaNews