27 marzo 2013 – Il fenomeno dei Social impact bond, una forma di investimento che lega il rendimento degli investitori al raggiungimento di obiettivi misurabili legati a progetti ad impatto sociale, sta sempre più diffondendosi nella finanza mondiale. Un’ulteriore conferma è arrivata dal giornale The Economist che come segnalato da Sodalitas ha raccontato quanto appena successo nella metropoli di Londra.

La Greater London Authority ha lanciato un Sib raccogliendo 5 milioni di sterline per finanziare un programma di 3 anni che tramite l’azione di due organizzazioni benefiche, St Mungo’s e Thames Reach, ha l’obiettivo di coinvolgere 800 senza tetto cercando di portar via dalle strade un certo numero dalle strade. Ovviamente l’operazione non è a fondo perduto ma vuole invece ottenere importanti risparmi nei servizi sanitari pubblici a cui si appoggiano giornalmente gli 800 clochard. Se gli obiettivi saranno raggiunti gli investitori potranno ottenere un rendimento fino al 6,5%.

Con l’emissione firmata Greater London Authority si contano in Inghilterra ben 14 Social impact bond in corso o in via di sviluppo. Il primo, risalente al 2010, riguardava un programma di riabilitazione dei detenuti a Petersborough, con un potenziale ritorno annuale del 13% degli investitori, ma anche con la possibile perdita di tutto l’equity nel caso il tasso di recidiva non fosse diminuito di almeno il 7,5%. Per evitare questo rischio, che può tenere lontani gli investitori, il Minister of Civil Society Nick Hurd, ritiene che i Sib debbano evolvere per diventare più simili a debt instruments. Ma intanto gli Stati Uniti non stanno a guardare e mettono già a segno in poco tempo tre Sib, uno a New York State e due in Massachusetts.

Una delle variabili più delicate e decisive per il futuro successo di questi strumenti è quella dei rendimenti e dei rischi. Tra le varie forme in via di sviluppo spicca quella di assicurare i ritorni, o almeno parte di essi, a più progetti. Insomma, diversificare è una strategia efficiente anche per i Social bond e non solo per le asset allocation puramente finanziarie. Allia, un’organizzazione caritatevole britannica specializzata negli investimenti sociali, lo scorso mese ha costruito un Sib sottoscrivibile anche agli investitori privati per la prima volta. Ogni 1.000 sterline investite, 780 sterline sono impiegate come prestito a tasso fisso a favore di società specializzata nel social-housing. Altri duecento andranno in un Sib che finanzierà un progetto di assistenza terapeutica a ragazzi con problemi nella contea di Essex. Per completezza da detto che le restanti 20 sterline se ne vanno in commissioni e costi.

 

A cura di ETicaNews