04.11.2016 – 08:53
Indiscrezioni riportano che oggi, in occasione dell’introduzione dell’accordo sul riscaldamento globale, sette delle principali compagnie energetiche mondiali potrebbero lanciare un fondo di investimento per sostenere la ricerca nel campo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica
Oggi entra in vigore ufficialmente l’accordo di Parigi sulla lotta al riscaldamento globale, mentre le energie rinnovabili stanno diventando un ‘must’ da esplorare anche per i colossi petroliferi. Proprio in corrispondenza con l’entrata in vigore formale dell’accordo, le compagnie più importanti del mondo nel settore energetica dovrebbero annunciare a breve la creazione di un fondo specifico per la ricerca sulle energie alternative. I protagonisti principali sono il brand italiano Eni, Shell, BP, Repsol, Total, Statoil, e Saudi Aramco.
Lo scopo principale è il sostegno alla ricerca nel campo dell’efficienza degli impianti energetici e dei motori automobilistici. L’interesse per questo nuovo mondo è nato nel 2014 dopo il crollo del petrolio, che ha portato un crollo dei profitti alle società petrolifere, costringendole a cercare una nuova fonte di guadagno. ENI ha annunciato da pochi mesi un piano d’investimento che va tra 700 milioni di euro e 1 miliardo su energie verdi.
In tutti casi in Europa ci sono società italiane che si sono già messi a lavoro pur essendo un mondo altamente competitivo per esempio Falck Renewables [AA4.MI], player principale in Italia, Spagna, Francia, Regno Unito nella costruzione d’impianti eolici e solari con all’incirca 762MW ci capacità installati in totale. Un parco energetico che risparmia l’emissione di 180mila tonnellate di CO2 annualmente.
Nel settore dell’efficienza c’è Electro Power System [EPS.PA], società registrata in Francia ma con governance italiana, che si occupa di storing di elettricità ricavata senza inquinare. La società sta crescendo molto rapidamente, con un backlog aumentato di oltre dieci volte nel primo semestre 2016 rispetto all’anno precedente. Attraverso le loro tecnologie riescono quotidianamente a fare da energy provider a 100.000 persone in Asia e Africa.
A cura della redazione WebSim