5 giugno 2013 – La Csr non è un gioco. Ma con la Csr si può giocare, questo sì, anche per insegnarla e diffonderne i principi. È ciò che hanno pensato a The Business Game, società nata nel 2008 da uno spin-off accademico della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Udine. Società che ha nella mission la formazione manageriale attraverso la simulazione della gestione d’impresa e che ora ha deciso di cimentarsi con un nuovo prodotto dedicato, appunto, alla Csr. Il gioco si chiama Csr business game. Al momento è allo stato di prototipo, ma «potrebbe essere pronto in autunno», dice Andrea Bettiol, responsabile di prodotto, con esperienze di docenza sui business game. Il gioco insegna a prendere decisioni di Csr in base al loro impatto sul profilo economico-finanziario e sulle relazioni con gli stakeholder, quest’ultimo stimato a partire dalla letteratura in materia, ma modificabile a richiesta. Può essere personalizzato, anche dal punto di vista grafico, a seconda dell’azienda, del settore, del contesto in cui lo si vuole utilizzare, con la possibilità dunque di disegnare diversi scenari possibili. E ha già raccolto manifestazioni d’interesse da parte di università e master.

Com’è nata l’idea di un business game sulla Csr?

Il nostro core business è sempre stato quello dei business game. Li utilizziamo all’interno di progetti di formazione, presso master e università in giro per l’Italia. Siamo arrivati alla Csr perché cerchiamo di offrire al mercato soluzioni sempre innovative e abbiamo notato come la Csr sia un tema molto in voga. Con questo game, a nostro avviso, si può fare sensibilizzazione, aprendo determinati ragionamenti all’interno delle aziende. Abbiamo iniziato a scrivere il software, poco meno di un anno fa, prendendo spunto dal lavoro di un nostro tesista, l’ingegner Alessio Bergamo, che con la sua tesi tra l’altro ha anche ottenuto un riconoscimento prestigioso, il Premio Giovanni Marra del Comune di Milano, di cui siamo molto orgogliosi.

Come si gioca?

In pratica si ha in mano un’azienda, con i giocatori che possono dividersi in squadre come ulteriore fattore di competitività, e si devono prendere decisioni sul tema Csr secondo uno schema simile a un albero di Bayes (determinate decisioni di livello superiore non si possono più selezionare se non si sono prese ai livelli precedenti le decisioni che permettono di accedervi, ndr). Le decisioni si prendono in base ai parametri economici e in base agli impatti che si intendono ottenere. Man mano che proseguo nel gioco, posso attivare decisioni sempre più complesse e vedere come in base a esse si evolve il mercato.

Qualche esempio di decisioni di matrice Csr?

Per quanto riguarda gli impianti, ad esempio, posso decidere di acquistare un macchinario che mi riduce le emissioni di Co2 di un livello “x” valutando il fatto che ciò comporta una spesa di “x” euro e che può portare un incremento del fatturato di una percentuale “x”. Per le risorse umane, invece, posso decidere di effettuare un’indagine sul clima aziendale, organizzare tavole rotonde coi dipendenti, promuovere politiche di riduzione dei rischi da infortuni o dello stress da lavoro correlato, come pure politiche di integrazione vita-lavoro. Ci sono decisioni legate alle donazioni a enti benefici, a campagne di cause related marketing. Al software, inoltre, sono collegati dei casi aziendali, tutte informazioni reperibili sul web, che spiegano cosa vuol dire adottare determinate decisioni di Csr. Per fare anche cultura su questi temi.

Come si vince?

Ogni scelta ha un impatto in termini economici e in termini di relazioni con gli stakeholder. Vince chi ottiene la migliore prestazione economico-finanziaria e raggiunge il più elevato livello competitivo quanto alle relazioni con gli stakeholder, cioè al miglioramento dell’impatto nei loro confronti.

Si gioca online?

Certamente, come tutti i nostri software. Il gioco sarà accessibile anche da qualsiasi dispositivo portatile, come smartphone o tablet. Nelle intenzioni c’è anche la realizzazione di app, dotate di pillole informative.

Il gioco potrebbe essere integrato, magari in forma semplificata, su siti che trattano di Csr (come ad esempio ETicaNews)?

È una possibilità.

Andrea Di Turi

 

di ETicaNews