20/03/2014
A ottobre 2013 TE Wind S.A. [TEW.MI] è sbarcata in Piazza Affari, sul segmento Aim, raccogliendo 8 milioni di euro attraverso un aumento di capitale e l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile per un ambizioso progetto di investimento nel settore di nicchia del “mini – eolico”.
A cinque mesi di distanza il vice-presidente e amministratore delegato, Ciro Mongillo, fa il punto di questa prima fase e la valutazione è positiva.
Il ricavato dell’Ipo è stato già stanziato in questi primi mesi per finanziare il piano di investimenti che prevede la realizzazione di 30 impianti di potenza unitaria pari a 60 kW. I siti sono stati selezionati e le turbine dell’americana Northern Power Systems (“tra le migliori sul mercato”) sono state ordinate, consegnate e sono oggi in via di installazione. La previsione è di installare i 30 impianti entro la fine dell’anno corrente.
Questo progetto si sommerà a quello già realizzato dalla Windmill Srl con gli attuali 24 impianti installati tra Puglia e Basilicata per una potenza complessiva di 1,41 MW, che hanno già prodotto i primi ricavi nel 2013.
A quel punto, quando gli impianti saranno a regime nelle cinque regioni prescelte, Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna (le uniche in Italia con adeguate caratteristiche di ventosità), gli azionisti di TE Wind S.A. si ritroveranno in portafoglio azioni con un livello di rischio -rendimento assimilabile a quello di obbligazioni ad alto rendimento. Infatti, ogni impianto da 60 kW è caratterizzato da una producibilità annua media stimata di 170 mila kWh (producibilità stimata con turbine Northern Power Systems) che verrebbe moltiplicata per la tariffa incentivata in vigore, attualmente pari a euro 0,263 al kwh (garantita per 20 anni).
“Posto l’obiettivo di un rendimento pari al 14% sull’equity di progetti messi a leva, ci si muove di conseguenza nel ricercare siti e turbine ottimali. Numerose due diligence caratterizzano l’intera filiera operativa al fine di monitorare al meglio il ritorno dell’investimento stimato.” precisa Mongillo
Dal punto di vista dell’investitore, il “mini-eolico” rappresenta un interessante mercato di nicchia caratterizzati da importanti opportunità di rendimento. Ricavi certi per 20 anni sono infatti garantiti dal GSE, Gestore Servizi Energetici, attraverso l’accesso diretto alla tariffa onnicomprensiva riservata per 20 anni agli impianti di potenza unitaria fino a 60kW. Punto di forza dell’intero business di TE Wind è il grande frazionamento del rischio in termini di diversificazione tecnologica delle turbine e geografica degli impianti.
In Borsa il titolo ancora non riflette le potenzialità del business trattandosi di un investimento di medio termine e in fase di progetto, seppure molto avanzata, e quindi non ancora noto a tutti i suoi potenziali investitori. Collocata a 1,25 euro, l’azione è scambiata adesso a 1,02 euro e la società capitalizza 7,4 milioni.
Il mini-eolico è un business molto diverso dal più diffuso grande eolico, caratterizzato da turbine di potenza nominale superiore 1 Megawatt. Nel mini le torri hanno un’altezza mozzo contenuta (meno di 37 metri), le pale non superano i 16 metri di lunghezza contro i 40-60 metri del grande.
Questo vuole dire minore rumorosità, impatto ambientale ridotto e iter autorizzativi semplificati che si concludono nell’arco di 6-12 mesi. Inoltre, gli impianti non si allacciano alla rete Terna di distribuzione dell’energia elettrica, ma direttamente alla rete in bassa tensione di Enel, con una notevole semplificazione della struttura tecnica.
Un elemento importante che ha contribuito al successo del collocamento di True Energy Wind nell’ottobre scorso è che la società non è una startup, ma ha alle spalle tre anni di attività nel mini-eolico: la controllata Windmill possiede 24 impianti tra Puglia e Basilicata, corrispondenti a un numero complessivo di 50 turbine e ad una capacità installata di 1,41 Megawatt.
True Energy Wind è nata come spin-off del fondo di diritto lussemburghese Iris Fund SICAV-SIF – True Energy (fondo indipendente, non di natura bancaria), guidato dallo stesso Mongillo e dall’altro fondatore del gruppo, il presidente Angelo Lazzari. Il fondo si caratterizza per investimenti nelle energie rinnovabili: accanto a True Energy Wind, di cui ha il 58% (il restante 42% è flottante), possiede diversi asset nel fotovoltaico e nell’idroelettrico.
Il management sta già valutando nuovi piani di espansione per TE Wind puntando a diventare leader di settore in Italia e punto di riferimento in Europa. Il mercato continua ad offrire interessanti opportunità e TE Wind ha implementato una struttura di investimento replicabile diverse volte in virtù della liquidità raccolta. Come primo step l’idea è di tornare sul mercato a breve con un nuovo aumento di capitale per finanziare un altro investimento in Italia da circa 1,8 MW già in pipeline. Da questo processo di sviluppo non sono escluse iniziative all’estero: il primo Paese nel mirino è la Gran Bretagna.
A cura di Websim