5 marzo 2013 – Una “pagella”, un report e un invito alla condivisione collettiva attraverso i principali social network. Dopo diciotto mesi di ricerche e studi, Oxfam, associazione con lo scopo di ridurre la povertà e l’ingiustizia, ha lanciato l’iniziativa “Behind the brands”(nella versione italiana “Scopri il marchio”) che consiste, fra le altre cose, in una tabella interattiva con i punteggi delle dieci maggiori compagnie alimentari sui temi della giustizia e del cibo. Le “dieci sorelle” (Associated British Foods, Coca Cola, Danone, General Mills, Kellogg, Mars, Mondelez, Nestlé, Pepsico e Unilever) realizzano, secondo Oxfam, un miliardo di dollari di profitti al giorno. Ecco perché le loro politiche aziendali in tema di consumo di risorse idriche, discriminazioni sessuali, cambiamenti climatici e impatto sui lavoratori possono fare la differenza, soprattutto quando riguardano i fornitori dei Paesi in via di sviluppo.

Novità di questa campagna è il tentativo di diffonderla in modo “virale” attraverso Facebook, Twitter e Youtube. Un esempio? Dopo aver esplorato le politiche della Mars sull’utilizzo di risorse naturali, il sito chiede all’utente di condividere questa locandina virtuale: “Love Snickers? Hate Mars’s lack of policies on land”. Scopo è appunto servirsi dei social network per fare crescere nei consumatori la consapevolezza sull’acquisto di determinate marche di prodotti alimentari.

Dal report emerge che nessuna delle compagnie analizzate ha conquistato il massimo del punteggio (la scala è di uno a dieci) nelle sette categorie analizzate, ovvero “terra”, “donne”, “agricoltori”, “lavoratori”, “clima”, “trasparenza” e “acqua”. Per calcolare le performance delle aziende, l’associazione ha preso in considerazione solo informazioni e documenti disponibili pubblicamente. Ma, fanno sapere da Oxfam, scopo della campagna non è demonizzare le compagnie, quanto spingerle a migliorare. Per questo l’associazione si è presa la responsabilità di “aggiornare” la tabella qualora le aziende dovessero progredire nel corso di quest’anno.

Per fare qualche esempio, la Nestlé, con un punteggio di 7, è la migliore delle dieci per quanto riguarda l’attenzione che rivolge alla gestione delle risorse idriche. Si legge nella tabella: “Nestlé sa apprezzare il valore dell’acqua e supporta le maggiori iniziative relative al miglioramento della sua gestione”. Ciò nonostante, non si può dire che la stessa compagnia faccia molto in tema di discriminazioni contro le donne: “Brava nella teoria, Nestle ha fatto poco per assicurare vero supporto alle donne”. Idem per la Unilever, che in questa categoria è fra le più deboli: “La compagnia comprende il ruolo vitale delle donne come lavoratrici, ma deve fare molto di più per assicurare loro pari trattamento, pari diritti ed equi salari”. La stessa Unilever però è abbastanza brava con gli agricoltori, “di cui cerca di risolvere i problemi”.

Insomma, fra pagelle, report, indicazioni e condivisioni, l’invito di Oxfam alle compagnie è solo uno: fare meglio. Gli utenti, pungolando le compagnie sui social network, potranno di certo spronarle a farlo un po’ più in fretta.

Manuela Messina

 

A cura di ETicaNews