14 maggio 2013 – È nel Nord Europa la patria del mattone sostenibile. Questa è la frase che meglio descrive lo studio condotto da Bank Sarasin, volto a individuare le migliori location per un investimento immobiliare di lungo periodo. Le metropoli sono maggiormente sostenibili, spiega la banca, «se economicamente prosperose, offrono un alto tenore di vita in un buon contesto sociale, allo stesso tempo assicurando un appropriato livello di protezione ambientale». L’attenzione al verde fa parte delle cinque categorie utilizzate per stilare la classifica, insieme a qualità della vita, demografia, economia e infrastrutture. Questi indicatori raggruppano circa 80 parametri che vanno dai tassi di disoccupazione fino a criminalità e inquinamento dell’aria.

Le zone europee sotto la lente d’ingrandimento sono le regioni metropolitane, così definite dall’ufficio statistica dell’Unione Europea (l’Eurostat) come agglomerati urbani con almeno 250.000 abitanti. Il paniere considerato raggruppa un totale di 206 aree situate nei 27 Stati membri, oltre a Norvegia, Svizzera e Croazia.

Attingendo dall’Istat europea la maggior parte dei dati, gli esperti hanno fornito valutazioni da 0 a 100, con risultati talvolta sorprendenti. Emerge infatti un divario profondo tra Europa Settentrionale e Meridionale. Le metropoli scandinave, olandesi e di lingua tedesca occupano i primi posti della classifica con, rispettivamente, Stoccolma, Oslo, Zurigo, Monaco e Utrecht. Al contrario, i Paesi mediterranei e dell’ex blocco sovietico, collocano le loro città negli ultimi posti. L’Italia piazza le sue metropoli fuori dalle prime cento: Milano si colloca 132esima, seguita da Roma al numero 152, con Catania addirittura terz’ultima. Magro risultato anche per gli agglomerati urbani francesi, belgi e inglesi, che tendono a collocarsi a metà classifica. La distanza tra Nord e Sud europeo, fa notare Bank Sarasin, riguarda tutti gli indicatori, ma è nell’economia e nell’attenzione all’ambiente che si misura veramente il solco tra le due zone continentali.

Allo stesso tempo, notevoli divari si registrano all’interno dei confini nazionali. Un esempio è la Germania, con Monaco quarta e Magdeburgo cenerentola in 129° posizione. Anche in Francia colpisce la distanza tra Parigi (14° posto) e Lens-Liévin (137°). Le difficoltà delle grandi capitali emergono, oltre che per la capitale francese esclusa dalla top ten, anche dai modesti piazzamenti di Londra (23° con 79,6 punti), Berlino (58° a 68.1) e Vienna (43° con voto pari a 74,7).

Secondo Bank Sarasin, la scelta di un investimento nel mattone va oltre le considerazioni sui prezzi del mercato immobiliare: le città teutoniche, per esempio, scontano dei cambiamenti demografici sfavorevoli, consistenti in riduzione e invecchiamento della popolazione. Diverso il caso della Spagna, con statistiche economiche negative, ma buoni punteggi circa la qualità della vita. L’istituto elvetico, nel stilare la sua classifica, sostiene che «gli investimenti immobiliari rappresentano un impegno a lungo termine». Entra in gioco quindi l’attrattività del luogo, che può esser data solo da un quadro socio demografico, economico, politico ed ecologico favorevole.

Paolo Ballanti

 

A cura di ETicaNews