11 luglio 2013 – A chi non piacerebbe investire nel paniere di titoli azionari più importante al mondo, lo S&P500, ma escludendo le società meno “etiche” dal punto di vista ambientale? Quello che sulla carta può sembrare solo un sogno, è invece possibile. E lo è in termini molto semplici da attuare. Esiste infatti quotato a Piazza Affari un Etf (Exchange traded fund), cioè un normale fondo di investimento, nato con questo scopo: il Db X-trackers S&P U.S. Carbon Efficient (LU0411076002).

L’Etf, proposto da Deutsche Bank, ha l’obiettivo di replicare l’andamento dell’S&P US Carbon Efficient, un indice elaborato e calcolato da Standard and Poor’s, con lo scopo di misurare la performance di non più di 375 società con emissioni di diossido di carbonio di bassa entità e, allo stesso tempo, di replicare fedelmente il rendimento dell’S&P 500. Insomma, un S&P500 più etico in termini green. In sostanza cosa vuol dire? Lo US Carbon Efficient Index seleziona un sottoinsieme delle 500 società top quotate a New York e comprese nell’ S&P 500, scelto in base ai livelli di emissione di anidride carbonica, la famosa CO2, mantenendo contemporaneamente almeno il 50% del peso che ogni settore ha all’interno dell’S&P500. Il livello delle emissioni è calcolato da Trucost Plc ed è definito come il livello annuale di emissioni di gas serra, espresso in tonnellate di CO2 equivalente, diviso per i ricavi annuali. Attraverso questa ottimizzazione, l’indice US Carbon Efficient Index si propone di replicare al meglio il rendimento dell’S&P 500 e di escludere, allo stesso tempo, le compagnie con le emissioni di CO2 più elevate.

L’obiettivo è prestigioso e viene offerto a costi relativamente bassi. Il costo su base annua richiesto a chi investe è dello 0,50%, abbastanza contenuto per un Etf azionario. Ovviamente non bisogna dimenticare i rischi a cui ci si espone se si decide di puntare sulle migliori, in termini di efficienza di emissioni di CO2, società dell’S&P500. Il primo è che si tratta di un investimento di tipo azionario. Quindi la volatilità, cioè le oscillazioni verso l’alto ma anche verso il basso delle quotazioni, è ampia comportando un rischio elevato. Inoltre esiste per l’investitore italiano un rischio cambio. L’indice sottostante è calcolato in dollari mentre l’Etf è quotato in euro. Un rafforzamento della moneta unica può quindi comportare un effetto negativo delle quotazioni del fondo Db X-trackers S&P U.S. Carbon Efficient.

Se i rischi, per altro fisiologici, sono da non ignorare, è pur anche vero che l’analisi dei rendimenti storici lancia segnali confortanti: negli ultimi tre anni solari il valore è salito rispettivamente del 13,45%, 1,31% e 15,57%, a cui si aggiunge il +13,57% messo a segno nel 2013 nella fotografia di fine giugno. Dato per assodato il concetto che i rendimenti storici non sono un indicatore assoluto di performance futura, i numeri sono interessanti. Attenzione però. L’ottimo rendimento è figlio del buon andamento in questi ultimi anni dello S&P500 in generale e non tanto per quello delle sole società efficienti sulle emissioni di CO2. In pratica, se la Borsa americana dovesse cambiare il trend di fondo, da rialzista a ribassista, questo Etf non potrebbe sganciarsi dalla discesa generale.

Una delle qualità di questo Etf è l’alta diversificazione dei titoli in portafoglio. Anche se, a ben vedere, appare quasi eccessiva. D’accordo, l’obiettivo di replicare comunque l’S&P500 è più difficile da perseguire se si hanno poche società in portafoglio. Tuttavia i 351 titoli in portafoglio, sui 500 di tutto l’S&P500, appaiono un po’ troppi per identificare la crème de la crème ambientale delle società Usa. Ma chi sono i pesi massimi? Nomi noti, a cominiciare da Apple, con un peso del 2,54%, tallonata dalla rivale Microsoft (2,21%). Poi un nome scomodo in termini di impatto ambientale come il petrolifero Chevron (2,15%), e la conglomerata General Electric (2,04%). Gli altri titoli sono sotto il 2%. A livello settoriale la situazione è meno omogenea. Informatica (19,48%) e finanza (17,90%) fanno infatti la voce grossa nel paniere S&P U.S. Carbon Efficient.

Quali conclusioni? L’Etf Db X-trackers S&P U.S. Carbon Efficient rappresenta un’originale e semplice soluzione per investire sulle società efficienti in termini di emissioni di anidride carbonica. Ma in termini pratici i limiti non mancano. Innanzi tutto, copre solo le società statunitensi e non europee e ancor meno italiane. Inoltre non punta a rendimenti virtuosi, cioè che nel lungo periodo possano fare meglio del mercato azionario Usa generale. E’ infatti strettamente correlato all’indice S&P500. Quindi la scelta di puntare su questo Etf è tutta nell’«eticità» concettuale di scelta operativa di chi ci investe e non da un’ottica di puntare su società che possono creare più valore a lungo termine rispetto a quelle non virtuose.

Fabrizio Guidoni

 

A cura di ETicaNews