12 dicembre 2013 – Un piccolo passo per Stoxx Limited, società leader mondiale di indici di Borsa, un grande passo per la finanza Sri. E’ questo che rappresenta la notizia che il provider che già calcola e pubblica i famosi indici azionari Eurostoxx 50 e Stoxx 600, ha lanciato lo iStoxx Global ESG Select 100 Index. Il nuovo indice è costruito partendo dai titoli che costituiscono il paniere del più generale indice mondiale di titoli “sostenibili” Leaders Stoxx Global ESG Index e identificando le aziende che pagano elevati dividendi e che hanno anche una bassa volatilità. Il risultato è un portafoglio ibrido di società ad alta qualità in campo ambientale, sociale e di governance ma anche che presentano le cedole più elevate e la volatilità, ovvero il rischio, più basso.

A ben vedere rappresenta un’ottimizzazione quantitativa su un paniere Esg, Quindi non è un’ulteriore selezione da punto di vista della finanza sostenibile e responsabile (Sri) su un paniere già “etico”. Tuttavia costituisce lo stesso un passo importante perché rappresenta un passo verso lo sdoganamento della finanza Sri da parte della finanza classica, in questo caso rappresentato dagli aspetti meramente quantitativi (cedole più alte e volatilità più bassa).

L’iStoxx Global ESG Select 100 Index è derivato dal Stoxx Global ESG Leaders Index, un indice azionario completamente trasparente con componenti selezionati sulla base di una serie di rating di sostenibilità. Per identificare queste società, tutte le aziende quotate comprese nello Stoxx ESG Leaders Index globale sono classificate in ordine crescente dalla loro volatilità. Allo stesso tempo, sono anche ordinate con un andamento decrescente per il dividend yield (rendimento del dividendo) lordo. Non solo. Viene calcolata una classifica media tra le due liste ottenute, con le società ordinate secondo questa posizione media. Nel caso in cui due società finiscono con uno stesso punteggio, viene premiato quella con la volatilità più bassa verrà assegnato il rango migliore. A questo punto il gioco è fatto: le prime 100 aziende vengono selezionate per l’inclusione nell’indice delle migliori della classe Esg.

Veniamo agli aspetti tecnici. L’iStoxx Global ESG Select 100 Index, che viene calcolato in euro, sterlina e dollaro, è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato del flottante, con un vincolo massimo per ogni singolo componente del 10 per cento. L’indice viene rivisto annualmente a settembre dopo la revisione dell’indice sottostante, e ribilanciato trimestralmente a marzo, giugno, settembre e dicembre. Ma chi sono i leader mondiali della Esg ad alto dividendo e bassa volatilità? Sono nomi ben noti. Al primo posto la conglomerata statunitense General Electric (7,2%), seguita dalle svizzere Nestlé (6,2%) e Novartis (5,6%),poi l’inglese Vodafone (4,7%) e l’americana Pepsi (3,5%). Ne consegue indirettamente una mappa geografica sbilanciata, forse eccessivamente, verso i Paesi angolosassoni (Usa al 22,3% e Regno Unito al 19,2%, con l’Australia di supporto con un sorprendente e anomalo 16,5%). Bisogna poi andare indietro oltre Svizzera (15%) e Canada (10,3%) per incontrare il primo Paese dell’Eurozona, la Germania al 7 per cento. Un po’ troppo poco per l’area euro, di solito più generosa in termini di cedole rispetto alle aziende di cultura anglosassone dove il pagamento di un dividendo corposo viene non raramente visto come l’incapacità del management di trovare opportunità di nuovi investimenti e ulteriori business per la liquidità aziendale.

Fabrizio Guidoni

 

A cura di ETicaNews