5 dicembre 2013 – In Italia è un nome poco conosciuto ma Sparinvest è una Sgr sostanzialmente danese che dichiara una grande attenzione alle tematiche dell’investimento responsabile e sostenibile. Il suo prodotto di punta in tal senso è il fondo azionario globale Sparinvest SICAV Ethical Global Value R (Isin LU0362355355), affiancato dai fondi Sparinvest Ethical Emerging Markets Value e Sparinvest Ethical High Yield Value Bonds. Di certo si distingue da altre proposte di finanza etica per il portafoglio, meno allineato alle scelte molto omogenee e poco coraggiose di gran parte degli altri fondi Sri collocati in Europa. Un esempio? Tra i meno di 100 titoli in portafoglio selezionati in tutto il pianeta trova spazio l’italiana Buzzi Unicem.

Fondata in Danimarca nel 1968, Sparinvest SE è oggi un asset manager internazionale con sede in Lussemburgo e di proprietà di una vasta gamma di investitori istituzionali danesi che sostengono la sua indipendenza e la strategia di investimento prudente: «Siamo responsabili per natura, il nostro chiaro obiettivo è quello di compiere il nostro dovere fiduciario in senso responsabile per la clientela. Come investitori prudenti, abbiamo sempre creduto che considerazioni non finanziarie come questioni ambientali, sociali e di governance (Esg) possono creare o distruggere valore per gli azionisti a lungo termine nelle aziende in cui investiamo».

Il passo definitivo verso un orientamento Sri è stato fatto nel 2012, anno in cui è stata eseguita l’integrazione di analisi di fattori Esg nei processi di investimento per tutte le strategie – attive e passive, obbligazioni e azioni. Questo approccio agisce come strumento di gestione del rischio per ridurre al minimo i pericoli degli investitori derivanti da un comportamento sociale o ambientale non ottimale da parte delle società in portafoglio. Non a caso proprio nel 2012 Sparinvest è stato votato dal settore Sri uno dei migliori utilizzatori delle informazioni di ricerca Esg nella gestione patrimoniale. Ma non è tutto. Il gruppo è firmatario dei Pri, i Principi delle Nazioni Unite per gli investimenti responsabili fin dal 2009. Inoltre si propone come alfiere dell’azionariato attivo, attraverso il dialogo e il voto, dichiarando di cercare di influenzare le società in cui investe verso un grado di responsabilità superiore: «L’intento è sempre quello di migliorare le performance Esg delle società per aggiungere valore dell’investimento nel tempo». I gestori si avvalgono sia di uno screening positivo per selezionare gli investimenti per motivi di merito nel campo della Csr sia di uno screening negativo per escludere società per motivi di cattiva condotta sul fronte Esg.

Sparinvest esclude investimenti in aziende che producono e commerciano armi illegali come bombe a grappolo e le imprese coinvolte nelle violazioni di trattati internazionali sulle armi senza tentativi per rimediare al loro compartamento. Per lo screening etico Sparinvest ha un accordo con Ethix SRI Advisors, la cui metodologia d’avanguardia per lo screening etico è uno degli standard nello Sri. Un filtro settoriale opera una scrematura per le imprese che operano in settori controversi come: alcol, tabacco, gioco d’azzardo, pornografia e armi.

Entrando nel dettaglio, Sparinvest SICAV Ethical Global Value R ha raggiunto una dimensione di 120 milioni di euro ed è gestito da Kasper Billy Jacobsen e Jens Moestrup Rasmussen. Dichiara come benchmark l’indice azionario globale per antonomasia, ovvero l’Msci World mentre la società di analisi Morningstar lo inserisce nella categoria Global Flex-Cap Equity. Sul fronte dei costi, la situazione non mostra eccessivi squilibri. Il total expense ratio è al 2% mentre la fee di gestione è all’1,50 per cento.

Ma è quando si entra nell’analisi del portafoglio che il fondo di Sparinvest mostra tutta la sua capacità di fare scelte decorrelate da quelle che fanno tutti gli altri fondi Sri. Il titolo più pesante è di una società belga, Delhaize Group Consumer Staples (settore dei beni di consumo non ciclici) al 2,41%, seguito dalla tedesca Hochtief (settore industriale) al 2,41%, la danese AP Moeller-Maersk A/S-B (industriale) al 2,39%, le americane Travelers Cos (finanziario) al 2,23% e OIL States International (energia) al 2,17%, le giapponesi Mitsubishi UFJ (finanziario) al 2,12% e Tokio Marine Holdings (finanziario) al 2,10%, la danese Danske Bank (finanziario) al 2,10%, la nipponica Toyota Industries (beni di consumo discrezionari) al 2,09% e la statunitense Patterson-UTI (energia) al 2,08 per cento.

Coerentemente ne consegue che per una volta non sono le società Usa le più rappresentative in un fondo Sri azionario globale come invece ci capita spesso di osservare. Al primo posto si colloca il Giappone (26,91%), poi Stati Uniti al 16,26%, Germania al 7,83 %, Svizzera al 7,58%, Olanda (6,08%), Francia (4,67%), Danimarca (4,49%), Belgio (3,89%), Regno Unito (3,29%) e Italia (3,11%). Ed è anche quando si guarda a chi rappresenta il tricolore nel Sparinvest SICAV Ethical Global Value R che si riconosce l’originalità delle scelte Esg dei gestori di Sparinvest. D’accordo, c’è la solita Eni (1,89%), ma la vera sorpresa, rispetto a tanti altri fondi azionari internazionali, e Buzzi Unicem all’1,22 per cento. E non è certo negativa.

 

A cura di ETicaNews