26 settembre 2013 – Nei giorni scorsi è stato dato grande risalto nel web dalla stampa specializzata italiana al lancio a Piazza Affari di un Etf (Exchange traded fund) che investe con un approccio innovativo sulle commodity. E’ stato sottolineato da più parti che l’Ossiam Risk-Weighted Enhanced Commodity ex. Grains TR UCITS ETF (codice Isin LU0876440578), così si chiama il nuovo fondo quotato, replica il Risk-Weighted Enhanced Commodity ExGrains Index TR e «offre agli investitori un’esposizione sistematica long-only e con una volatilità ridotta ad un paniere diversificato di 20 contratti future sulle commodity (escluse le granaglie). Se paragonato con gli Etf standard che replicano indici long-only sulle commodity, l’indice sottostante il nuovo prodotto di Ossiam consente una migliore partecipazione a tutti i settori delle commodity, evitando la concentrazione sul petrolio. Questo permette un’allocazione del rischio di portafoglio più efficiente». Bene. Ma nessuno, o quasi, vi ha detto questo può essere considerato anche “etico”. Ve lo svela, ora, ETicaNews.

Il fondo clone offerto da Ossiam (gruppo Natixis Global Asset Management) replica un indice sottostante, creato Société Générale e calcolato da Standard&Poor’s, che monitora la performance di un paniere diversificato di materie prime da cui sono state escluse per scelta le granaglie, in pratica i cereali come mais, grano e semi di soia che sono invece inclusi in altri più noti e ampi (e vecchi) panieri formati da commodity. E lo fa per motivi etici, rispondendo a una domanda di sostenibilità e di responsabilità sociale negli investimenti sempre più diffusa e pressante. Negli ultimi anni i fondi di investimento che detengono materie prime agricole hanno dovuto affrontare accuse di “speculare sulla fame” e di muovere artificiosamente i prezzi delle materie prime alimentari quotate. In risposta a una forte attività di pressione messa in campo da diverse organizzazioni non governative e da alcuni investitori istituzionali sempre più sensibili alla finanza Sri, alcuni gestori di fondi sono arrivati persino a chiudere prodotti di investimento focalizzati su materie prime agricole. A fronte di questa domanda, ora si sta sviluppando un’offerta di fondi di, potremmo dire, “commodity Sri”.

La scelta di Ossiam di lanciare l’Etf Risk-Weighted Enhanced Commodity ex. Grains va inserita in questa tendenza generale, da ritenere per diversi motivi già analizzati più volte da ETicaNews “irreversibile”. Bruno Poulin, ceo di Ossiam, ha spiegato che la società aveva preso la decisione di escludere le granaglie dal nuovo Etf proprio dopo diverse consultazioni con i clienti. Ovviamente ha anche sottolineato i vantaggi in termini di rendimento che può offrire il fondo indice appena lanciato, evidenziando che l’Etf avrebbe fornito una copertura contro l’inflazione per gli investitori che vogliono farlo puntando sulle commodity ma che non vogliono prendere posizione su una materia prima specifica. Una soluzione sulla carta anche più redditizia del fatto di puntare su un generico paniere di commodity come il ben noto benchmark S&P GSCI Enhanced Commodity index. I test sui dati storici mostrano che nel passato un paniere analogo a quello che compone l’Ossiam Etf Risk-Weighted Enhanced Commodity ex. Grains ha espresso un rendimento medio dell’11,5% negli ultimi dieci anni, rispetto al 9,7% registrato dall’indiceS&P GSCI Enhanced Commodity. E’ vero che, come dovrebbe essere ben noto a tutte le persone che investono, i rendimenti passati non sono garanzia di analoghi ritorni per il futuro. Ma è anche vero che esistono sempre più prove che gli investimenti Sri sanno creare valore a lungo termine, spesso battendo gli analoghi investimenti non Sri.

Ecco spiegato perché il nuovo Etf appena sbarcato in Borsa italiana può essere considerato “etico”. Certo, si potrebbe discutere sul fatto che altre materie prime in portafoglio presentano aspetti non etici. Ma è un dato di fatto che la scelta di escludere le granaglie sia scaturita da una volontà di costruire un prodotto di investimento Sri.

Quali sono, a questo punto, gli aspetti tecnici del fondo quotato da Ossiam? Innanzi tutto la gestione del rischio dell’investimento in materie prime. L’Ossiam Etf Risk-Weighted Enhanced Commodity ex. Grains è costruito per offrire un’ampia esposizione al settore commodity ma puntando a registrare una volatilità (quindi rischio di oscillazioni dei prezzi in assoluto) più bassa. Come? L’Etf pesa le 20 materie prime che ha in pancia sulla base della volatilità storica delle loro quotazioni. Meno sono stati ”nervosi” i prezzi nel passato, più peso ha quella risorsa di base nell’Etf, su cui spesso viene investito tramite l’utilizzo di contratti future. Questa sorta di procedura di ottimizzazione viene messa in gioco alla fine di ogni mese, con il calcolo della volatilità dell’anno precedente di tutti i sottoindici dell’universo investibile. E quali sono? Semplice, tutti quelli compresi nell’S&P GSCI Commodity index, esclusi i sottoindici della categoria “Grains”), rappresentativi a loro volta dei contratti a termine su: petrolio Brent, petrolio Wti, benzina e olio combustibile, bovini vivi e bestiame per alimentazione, gas naturale, gasolio, cacao, caffè, cotone, zucchero, suini magri, alluminio, rame, nichel, piombo, zinco, oro e argento.

Il principale impatto di questa scelta è la riduzione del peso del petrolio, sia del contratto Wti (West Texas Intermediate) sia di quello Brent (greggio estratto nel Mare del Nord), fino a un marginale 5% ognuno a fronte del peso del 20% e 25% che queste due commodity hanno nel più diffuso paniere S&P GSCI index. Una seconda caratteristica del nuovo Etf riguarda un meccanismo di enhanced roll yield, che seleziona e opera un roll-over sui contratti future tra quelli in scadenza e i nuovi contrati in base alla metodologia S&P GSCI Enhanced e/o S&P Dynamic. Queste metodologie permettono di mitigare i costi dovuti al rischio di roll-over (quando il nuovo future nel quale si investe ha un prezzo maggiore rispetto a quello appena scaduto), consentendo allo stesso tempo di beneficiare pienamente dall’effetto contrario (quando il nuovo future ha un prezzo minore di quello scaduto).

Tutto questo è offerto con un costo totale annuo dello 0,45%, particolarmente contenuto, mentre l’Etf è distribuito e commercializzato in Italia attraverso Natixis Global Asset Management Italia, guidata da Antonio Bottillo. Da ricordare, inoltre, che, come descritto sopra più volte, l’Etf investe tramite contratti swap sulle varie materie prime. Ovvero, non contiene dentro di sé le materie prime fisiche. Isabelle Bourcier, responsabile del Business development di Ossiam indica a chi è soprattutto adatto il nuovo fondo: «l’Etf è particolarmente indicato per investitori istituzionali, come fondi pensione e assicurazioni, e gestori di fondi e gpf che vogliono diversificare i loro portafogli globali. L’Etf è anche molto adatto per scopi di diversificazione per i portafogli gestiti da wealth manager e private banker».

Fabrizio Guidoni

 

A cura di ETicaNews