22 ottobre 2012 – Scatole, cassette, confezioni varie. Siamo circondati da imballaggi. Tanto che nel mondo il giro d’affari che ruota attorno alla produzione di questi oggetti di uso quotidiano nel 2010 ha raggiunto i 443 miliardi di euro. E in Italia, tra i primi dieci paesi produttori, vale circa il 6% del fatturato mondiale, ovvero l’1,7% del Pil nazionale. Cifre importanti, tanto più che dietro l’imballaggio c’è un ecosistema di oltre 7mila aziende che danno lavoro a 100 mila lavoratori (dato 2010).

Eppure le varie confezioni sono un rifiuto che, una volta utilizzato, spesso e volentieri finisce nel secchio della spazzatura. Lo sa bene il Conai, il consorzio nazionale imballaggi, che nel 2011 è riuscito a riciclare il 64,4% dell’immesso al consumo. «E per quanto riguarda il 2012 poiché la raccolta risulta in leggera crescita, prevediamo che le quantità riciclate saranno allineate ai livelli dello scorso anno».

C’è ancora tanto da fare nel nostro Paese. «E’ importante sensibilizzare e incentivare i cittadini a una raccolta differenziata più attenta» spiega Franco Fassio docente di Progettazione di eventi sistemici all’Università di Pollenzo. Un esperto in materia, che insieme al presidente del corso di Design del Politecnico di Torino Luigi Bisagnino ha avuto l’idea nel 2006 di fare la raccolta differenziata e di controllare il ciclo di vita degli imballaggi durante il Salone del gusto di Torino. Fassio si sta occupando dell’ecosostenibilità di questo evento destinato ai golosi di tutto lo Stivale e creato daSlow Food che domenica prossima premierà le migliori aziende tra le 25 che hanno partecipato al premio SlowPack, per la riduzione del packaging. Tra i vincitori l’azienda agricola Zavoli di Saludecio, provincia di Rimini, nella categoria tecniche e materiali innovativi, premiata per i suoi salami rivestiti di cera d’api.

di Stefania Aoi – La Repubblica, Affari & Finanza

 

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