Le energie marine hanno un elevato potenziale, ma nel 2008 rappresentavano solo l’1% di tutta la produzione di energie rinnovabili. Le fonti da cui è possibile estrarre energia sono: le onde, le correnti, le maree, salinità e temperatura. Il Regno Unito è uno dei Paesi all’avanguardia per lo sfruttamento di energia dal mare, infatti il primo impianto di test del mondo è stato istituito nelle Isole Orcadi, in Scozia, nel 2003, per dare il via allo sviluppo dell’industria di convertitori da onda e maree. L’Unione Europea ha inserito le energie rinnovabili marine nei programmi di politica comunitaria istituendo fondi su progetti applicativi che incentivano l’utilizzo di tecnologie per lo sfruttamento di energia marina. Il 20 gennaio 2014, la Commissione Europea ha presentato un piano d’azione per sostenere lo sviluppo dell’energia oceanica, compresa l’energia generata dal moto ondoso, dalle maree, dalla conversione dell’energia talassotermica e l’energia a gradiente salino.

Le aspettative per il futuro devono essere allineate con percorsi realistici di distribuzione alla portata dello sviluppo tecnologico e con finanziamenti adeguati sia pubblici che privati. Inoltre è necessaria una maggiore flessibilità giuridica ambientale mirata a regolamentare i potenziali conflitti per l’uso dello spazio costiero con altre attività marittime.Lo sviluppo è legato essenzialmente ai traguardi che verranno raggiunti dalla ricerca, alla loro successiva implementazione e industrializzazione che, insieme ad una sinergica politica comunitaria e nazionale, permetteranno di rendere fruibili e accessibili commercialmente questi dispositivi che nell’ottica del riscaldamento globale e dello sviluppo sostenibile potranno fornire una valida alternativa alle fonti energetiche tradizionali.