25 ottobre 2012 – Da un lato si cerca di ottenere un nuovo condono. Dall’altro, il parlamento si scorda di imporre le tutele alle aziende costruttrici. Nel mezzo, chi ci lascia i risparmi sono sempre gli stessi, senza che la lobby degli immobiliaristi rischi ammenda. Secondo un’analisi di Assocond Conafi, per il Fondo che dovrebbe risarcire le vittime dei fallimenti immobiliari, previsto dal decreto legislativo 122 del 2005,  si sono sinistramente chiusi i rubinetti.

Il fondo è alimentato da un contributo obbligatorio versato da chi realizza nuove costruzioni. Si tratta di una sorta di assicurazione condivisa dal settore. Con le dovute proporzioni, è un principio simile al fondo di garanzia dei conti correnti che viene alimentato dalle banche. Ebbene, al 31 agosto 2012 l’ammontare complessivo del Fondo è stato pari a 60.650.580 euro. Soprattutto, ciò che suona come allarme, è che nel mese di agosto 2012 l’introito è stato di 600.036 euro.

È solo una questione di periodo estivo?

Nient’affatto. Rispetto al mese di agosto 2011, infatti, c’è stato un calo di entrate pari a circa il 38%, mentre rispetto al quadrimestre maggio-agosto il calo è stato di circa il 26 per cento. «Come abbiamo già avuto modo di scrivere in passato – commenta sul sito di Assocond Conafi il vice presidente Marco Magni – certamente gli elementi di crisi del settore si fanno sentire, ma è indubbio che le basse percentuali di applicazione della legge fanno il resto, anzi, producono il vero e proprio disastro applicativo. In altre parole, chi aveva applicato la legge in precedenza continua ad applicarla, ma la crisi ha ridimensionato le iniziative e quindi il flusso di denaro che dovrebbe raggiungere il Fondo di solidarietà attraverso il prelievo del 5 per mille sulle fideiussioni si è notevolmente inaridito». Insomma, c’è una frenata delle operazioni immobiliari. Ma il problema sta a monte. Ossia, nel mancato rispetto delle norme, o nella mancanza di forza coattiva delle stesse. Col risultato che le leggi restano disattese: tra queste, proprio la fideiussione a favore all’acquirente. Una mancanza non da poco, all’origine di un problema sociale di dimensioni nazionali: i dati di Assocond-Conafi stimano, infatti, che circa 30.000 famiglie siano state vittime di un fallimento immobiliare negli ultimi cinque anni.

 

A cura di ETicaNews