16 settembre 2013 – Tutte riconfermate tranne una, Mps. Nella revisione annuale del Dow Jones Sustainability Index, un indice di riferimento per quanto riguarda le performance in materia di sostenibilità, tutte le società italiane sono rimaste nel paniere: si tratta di Snam, Atlantia, Fiat Spa e Fiat Industrial, Eni, Enel, Finmeccanica, Intesa Sanpaolo, Pirelli, Telecom, Terna e Unicredit. E, nel solo indice Europe, Saipem e Stm.
Viceversa, Mps è stata esclusa. E pensare che fino a pochi anni fa il Montepaschi era l’unica banca italiana a figurare nel listino stilato dal Dow Jones e dalla società svizzera RobecoSam, ammessa tra le 23 banche con le migliori performance di sostenibilità al mondo e tra le prime 12 a livello europeo.
Tuttavia, per l’istituto di Rocca Salimbene l’ultimo periodo è stato un vero calvario dal punto di vista della sostenibilità. Oltre alle profonde problematiche di governance, emerse in parallelo alle inchieste giudiziarie e alle pesanti difficoltà di bilancio, Mps ha avviato un riordino strutturale che ha compromesso gli equilibri con gli stakeholder, a cominciare dalle dipendenze e dai sindacati. Una situazione che aveva già provocato l’allarme da parte dei fondi pensione interni (vedi articolo del 6 maggio), i quali, fortemente orientati a investimenti sostenibili, avevano posto i titoli della banca sotto osservazione con la prospettiva di scaricarli.
Snam è stata confermata per il quinto anno consecutivo nell’indice World e, sottolinea la società, «su tematiche quali la biodiversità e il contenimento delle emissioni sono stati ottenuti dei punteggi prossimi ai best score di settore». Quinta conferma anche per Terna nei panieri World e Europe, con «punteggi tra i più elevati nel settore Electric Utilities», spiega il gruppo, mentre Pirelli è stata confermata per il settimo anno consecutivo, «leader nel settore Atx Auto Components» per gli indici World e Europe.
Se per Finmeccanica si tratta della quarta conferma, per Fiat Spa arriva la quinta, mentre Fiat Industrial è per il terzo anno «Sector leader»: «In uno scenario globale sempre più competitivo, il Gruppo non ha rinunciato al suo imperativo di leadership responsabile, tenendo sempre presente il dovere morale che abbiamo di contribuire attivamente al processo di costruzione del domani», ha detto Sergio Marchionne, e «ancora una volta sono stati riconosciuti i nostri sforzi nel voler mantenere elevati standard di sostenibilità nel nostro modello di business».
Anche Atlantia è al quinto anno consecutivo di presenza, un risultato, ha commentato l’amministratore delegato Giovanni Castellucci, che «testimonia ancora una volta la qualità delle strategie messe in campo in questi anni. La sostenibilità è ormai parte integrante della cultura aziendale a tutti i livelli». Telecom Italia arriva a 10 anni di presenza nell’indice World e Europe, con un «punteggio di 93/100, ad un solo punto rispetto alla best class di categoria, Korean Telecom». Eni arriva al settimo anno nell’indice World ed al sesto nell’Europe, ottenendo «il punteggio più elevato nell’ambito ambientale».
Decimo anno anche per Enel, con il numero uno Fulvio Conti che sottolinea: «La conferma della nostra presenza nel World Index evidenzia il nostro impegno nella creazione di valore di medio lungo periodo per tutti i nostri stakeholder».
A cura di ETicaNews