19 dicembre 2012 – La recessione non è terminata. La ripresa? Non prima dell’ultimo trimestre 2013. La normativa sulle rinnovabili? Affossando uno dei settori più dinamici dell’economia italiana. I provvedimenti da assumere? Tanti e tutti a costo zero, per lo Stato e per i cittadini. Claudio Andrea Gemme, presidente di Confindustria Anie, Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, esamina a 360° il quadro legislativo, evidenziando l’urgenza di decisioni e misure non più rinviabili.

Domanda. È proprio così negativa l’evoluzione del settore?
Risposta. Cominciamo col dire che, alla luce del V Conto Energia, degli sviluppi normativi e delle limitate disponibilità economiche, mettere in discussione il sostegno alle rinnovabili e al fotovoltaico in particolare, sarebbe un grosso errore. Il Paese rischierebbe di uscire dal settore proprio ora che, a livello globale, lo sviluppo è in continua ascesa, con circa 260 miliardi di dollari investiti solo nel 2011. Le scelte fatte in Italia negli ultimi anni indicano un chiaro orientamento verso fonti rinnovabili e gas, avendo escluso nel 2011 l’opzione nucleare e vedendo il carbone come male necessario. È anche il disegno contenuto nella Strategia energetica nazionale. Stiamo lavorando al cosiddetto fotovoltaico 2.0, che prevede il passaggio dagli incentivi all’autosostegno e alla piena competitività con le altri fonti energetiche.

di Claudio Ravel – MF

 

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