9 gennaio 2013 – Nel corso dell’ultimo mese (si veda tabella sottostante) i titoli delle società attive nella produzione di moduli fotovoltaici hanno messo a segno rialzi molto significativi. In cima alla lista dei performer LDK che ha fatto un balzo dell’87,5%, alle sue spalle Rec con il 70,6% e Solarworld con un +69,4%. Ma con l’eccezione di Conergy e Firt Solar tutti i principali produttori mondiali fanno segnare rialzi a doppia cifra.

In Italia tale tendenza si è riflessa in misura minore con l’eccezione di ErgyCapital [GECY.MI] salita del 118,9% in un mese, ma per ragioni principalmente di carattere speculativo legate alla governance.

Siamo di fronte a un rimbalzo dai minimi storici fatti toccare nell’autunno del 2012 o si tratta di una reale inversione di tendenza?

Il mercato azionario tende sempre ad anticipare di circa 6 mesi la ripresa del ciclo e quindi dei profitti. Ma è lecito attendersi che tra un paio di trimestri si esaurisca la fase recessiva che ha colpito l’industria solare a causa dell’eccesso di capacità produttiva? Al momento i segnali sono abbastanza contraddittori.

Da un lato alcuni mercati hanno iniziato a riportarsi autonomamente in una situazione di equilibrio tra domanda e offerta grazie al raggiungimento della grid parity come nel caso dell’Italia dove sono sempre più frequenti annunci di progetti in assenza di incentivi. Oppure per effetto di provvedimenti di emergenza come il caso francese (incentivi per l’installazione di 1000MWp di solare per il salvataggio di posti di lavoro).

Dall’altro le aspettative sull’andamento della domanda nei Paesi più promettenti tende invece a raffreddarsi. È questo il caso degli Usa dove l’accordo raggiunto in extremis sul fiscal cliff e i timori sullo sforamento del tetto del debito Usa fanno presumere che gli investimenti nel campo delle energie rinnovabili non proseguiranno ai ritmi del 2012 per la mancanza di incentivi. Fa accezione Warren Buffet che attraverso il veicolo MidAmerican Energy Holdings ha annunciato di voler investire 2,5 miliardi di dollari in operazioni nel campo fotovoltaico attraverso l’acquisto di 2 progetti per la realizzazione di 579 Megawatt di potenza che saranno ultimati nel 2015.

Uno scenario di incertezza che crediamo si tradurrà in una forte volatilità dei prezzi dei titoli coinvolti in particolare quelli fortemente esposti all’industria fotovoltaica. Situazione che mette abbastanza al riparo le società italiane le quali, con l’eccezione di EEMS [EEMS.MI], a partire dall’autunno hanno avviato piani di rifocalizzazione in altre attività ed in particolare nel campo ambientale come nel caso di TerniEnergia [TRNI.MI] e Kinexia [KINX.MI].

 

A cura dell’Ufficio Studi di Websim