22 ottobre 2013 – Mettere a punto un rating sulle imprese che ne valuti il merito di credito non soltanto dal punto di vista dell’affidabilità finanziaria, ma anche dal punto di vista dell’impegno nei confronti della società e dell’ambiente. In qualche modo, si tratta di giudicare quanto le imprese siano coerenti con i principi Esg (environmental, social, governance).
L’idea è di Animaimpresa, che ha coinvolto altri due enti del territorio: il Gruppo Banca Popolare di Cividale e l’Università di Udine. Obiettivo del progetto è individuare un set di indicatori di sostenibilità che potranno essere considerati nella valutazione qualitativa che la banca fa delle imprese. Se l’idea è venuta a un’associazione no profit del Friuli Venezia Giulia che diffonde la cultura della sostenibilità nel territorio, il progetto sarà portato avanti dall’università, che studierà gli indicatori dando una valenza scientifica, e dalla banca che – e sarebbe il primo caso in Italia di un istituto finanziario profit – utilizzerà il nuovo rating misto.
La firma della partnership è avvenuta il 7 ottobre scorso tra Fabrizio Cattelan, presidente di Animaimpresa, Roberto Cassina, responsabile servizio mercati della Banca Popolare di Cividale e Andrea Moretti, direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine. Il progetto è una perfetta triangolazione tra realtà no profit (Animaimpresa), profit (la banca) e scientifiche (l’università).
La banca ha finanziato con 2.000 euro una borsa di studio che sarà assegnata attraverso un bando aperto fino al 15 novembre a un laureando o a un neo laureato del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine.
Si tratta della prima ricerca a livello nazionale che intende studiare l’utilizzo di indicatori di perfomance sociale e ambientale nelle valutazioni delle imprese, da affiancare ai consueti indici di natura finanziaria utilizzati dal sistema bancario. «La convezione – ha spiegato il direttore Andrea Moretti – integra ulteriormente le attività di ricerca del dipartimento. La ricerca economica all’Ateneo friulano è nata in ambito bancario e finanziario nel 1985 con il Dipartimento e il corso di laurea in Scienze economiche e bancari. L’oggetto della ricerca, allora come oggi rimane quale valore produrre per i contesti in prospettiva di lungo termine».
«E’ un lavoro innovativo che servirà a proporre un nuovo modello di rating – spiega Francesco Marangon, ordinario di Economia Ambientale presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine e Direttore del Corso universitario Etica e Economia, supervisore del progetto di studio affiancato dal vice presidente di Animaimpresa, Diego Zonta -. Per la prima volta una banca si pone il problema di come fare la valutazione delle imprese che chiedono credito, per vedere come inserire nel rating elementi che rientrano nell’area della sostenibilità».
Il nuovo rating valuterà la sostenibilità delle imprese misurando le loro prestazioni in aree quali l’ambiente, la gestione delle risorse umane, i diritti e il rapporto con la comunità locale. Proporrà indici per valutare come e per quanto tempo l’impresa produrrà reddito, se lo farà in modo sostenibile, se inquina l’ambiente, se fa un uso delle risorse dannoso per il territorio, se crea occupazione sul territorio.
«Riteniamo che il riconoscimento di indicatori di sostenibilità possa offrire al rapporto banca-impresa una prospettiva strategica in cui potrà essere presente un forte orientamento all’innovazione sostenibile e, quindi, al futuro», sostiene Cattelan.
Se tutto andrà per il verso giusto, a settembre dell’anno prossimo la banca disporrà di un nuovo strumento per selezionare le imprese che chiedono credito. «Siamo una banca popolare caratterizzata da mutualismo, solidarietà e localismo e come banca del territorio siamo molto attenti allo sviluppo economico, ma anche a quello ambientale, sociale e culturale – dice Cassina – . Daremo priorità a quelle imprese che creeranno valore per il territorio, che saranno sostenibili sia economicamente sia dal punto di vista della Csr. Alle imprese più etiche e più sostenibili potremmo fare condizioni economiche di favore».
Fausta Chiesa
A cura di ETicaNews