28 maggio 2013 – Un ciclo d’incontri dal 21 al 30 maggio, per portare la Csr sul “terreno”, tra Puglia, Marche ed Emilia-Romagna. È l’iniziativa “Campi Aperti” organizzata da Barilla e Horta (spin off dell’Università Cattolica di Piacenza), per presentare due anni di sperimentazioni su un nuovo tipo di coltivazione sostenibile del grano duro. Un progetto che, venerdì scorso, è valso a Barilla il Sodalitas Social Awards (European Csr Award Scheme: inspiring partnerships for innovation and impact, Categoria grandi imprese).

Le aziende agricole dove si terranno gli incontri fanno parte dei 25 fornitori Barilla che, tra il 2011 e il 2012, hanno utilizzato il Decalogo Barilla e lo strumento elettronico granoduro.net: il primo contiene le linee guida adottate dai soggetti coinvolti nella filiera, il secondo è un sistema accessibile via web sviluppato da Horta. Il programma si basa sulle informazioni di base fornite dall’agricoltore, quali le caratteristiche del terreno e la varietà coltivata. In relazione a queste informazioni, e grazie alla connessione internet, lo strumento consulta le condizioni metereologiche locali, dando indicazioni che consentono di migliorare la gestione dei mezzi tecnici, ottimizzare le spese e accrescere qualità e quantità della produzione.

Gli esperimenti si sono concentrati a monte della filiera, perché, sostiene il direttore sicurezza e ambiente di Barilla Luca Ruini, «abbiamo visto che oltre il 60% dell’impronta ecologica della pasta deriva proprio dalla coltivazione del grano duro». Stando alle parole di Pierluigi Meriggi, tra i soci fondatori di Horta, i risultati confermano la bontà dell’iniziativa, che ha condotto «a una riduzione superiore al 30% delle emissioni di CO2, a un aumento del 20% delle rese di produzione, con una riduzione dei costi per l’agricoltore fino al 30%».

Grazie alle sperimentazioni si è affermata l’importanza, fanno notare le due aziende, “di un approccio integrato” che unisce ambiente, qualità alimentare e aspetti economici positivi.

La strada di Barilla non si ferma a Campi Aperti, al contrario l’iniziativa, secondo Emilio Ferrari, responsabile acquisti grano duro, «vuole promuovere la diffusione di pratiche agricole sostenibili, offrendo l’opportunità agli agricoltori che parteciperanno ai contratti di coltivazione Barilla nella campagna 2013, di utilizzare gratuitamente granoduro.net».

Le iniziative del gruppo alimentare parmense e di Horta, peraltro, potrebbero rivelarsi un aiuto prezioso in un momento particolarmente delicato per la filiera. Dopo un primo trimestre nero, infatti, sono già 13mila le aziende agricole uscite dal mercato, stando ai dati della Confederazione Italiana Agricoltori.

Paolo Ballanti

 

A cura di ETicaNews