19 marzo 2013 – Aumentano i segnali di un giornalismo che si libera dalla pubblicità. Quello che è un fenomeno che ETicaNews ha individuato, e anche sta condividendo, già da tempo (in ultimo l’editoriale I lettori non si contano. Si pesano), ha infatti incassato altri due punti a favore.
Come riportato da Lsdi, Mediapart, il pure player francese più conosciuto al di fuori dei confini nazionali, sta vincendo la sua scommessa di non vivere di pubblicità, ma di sostenersi tramite l’ accesso a pagamento. A dimostrarlo i risultati in crescita presentati giorni fa, in occasione del quinto compleanno della testata, nonostante qualche problema per le oscillazioni degli abbonamenti, ‘’dovuti alle banche’’. cioè alla durata di validità delle carte di pagamento che in Francia è piuttosto breve. Alla base del successo spicca un marketing speciale, indissociabile dal contenuto. Il direttore Edwy Plenel ha annunciato il secondo anno consecutivo in attivo, con un risultato netto positivo peri 700.000 euro, in crescita rispetto all’anno precedente, chiuso con un attivo di 570.000 euro. Il 95% del fatturato di Mediapart venga dagli abbonamenti. Come fa a convincere i lettori a pagare 9 euro al mese per l’ accesso al contenuto del sito? “Abbiamo dimostrato che anche su internet è possibile scrivere pezzi lunghi, giornalismo d’approfondimento, documentato, che dura”. Dunque, oltre alla forma, il segreto del successo e della notorietà di Mediapart è nel contenuto e in particolare nelle tante inchieste contro il potere pubblicate negli ultimi anni.
L’altra notizia, sempre riportata da Lsdi, che fotografa un giornalismo che si libera dalla pubblicità, è i risultati uno studio di Press+, un’azienda che assiste gli editori nella realizzazione dei vari modelli di abbonamenti digitali. In un anno, da gennaio 2012 a gennaio 2013, i costi degli abbonamenti alle testate digitali sono aumentati quasi del 40%, avvicinandosi sempre di più al ‘’vero valore dei loro contenuti’’. Parallelamente è diminuito il numero di articoli accessibili gratuitamente. ‘’Solo un paio di anni fa era ancora raro che gli editori facessero pagare l’ online – osserva Gordon Crovitz, cofondatore di Press+ -, ora in America del nord è diventata un’eccezione la testata che offre le notizie gratis’’. E lo stesso dovrebbe accadere nel 2013 in Uk. “Gli abbonamenti digital sono diventati la principale fonte di ricavi per centinaia di editori in tutto il mondo’’, aggiunge Crovitz, “e ciò consente di tornare a una qualità di giornalismo minacciato dalla dipendenza totale dalla pubblicità. Inoltre, più cresce il flusso di introiti provenienti dagli abbonamenti digitali e più si creeranno occasioni di lavoro per giornalisti, bloccando l’ondata di tagli che hanno caratterizzato gli ultimi anni’’.
Non servono più altri indizi: un nuovo trend di un giornalismo sostenibile indipendentemente dalla pubblicità, come già illustrato in una presentazione illustrata in occasione della premiazione Talent Almanack, è ormai realtà.
A cura di ETicaNews