4 novembre 2013 – Pirelli si avvia a una revisione al rialzo del suo rating etico. In seguito allo scioglimento del patto di sindacato e ad altri passi in avanti nella corporate governance, l’agenzia Standard Ethics ha alzato da “stabile” a “positivo” l’outlook dello Standard Ethics Rating “E+” attribuito nel 2005/06. La nota ufficiale dell’agenzia è stata diffusa in prima mattinata.

La decisione dell’agenzia lascia intendere che nei prossimi 3-4 mesi sia atteso un upgrade del giudizio, che porterebbe a una significativa inversione di tendenza positiva del gruppo della Bicocca, il quale storicamente ha sempre avuto una valutazione etica limitata a una singola “E”. «Questo – spiega a ET. il direttore di Standard Ethics Jacopo Schettini Gherardini – perché Pirelli finora ha focalizzato la Csr prevalentemente sull’ambiente e sulla green economy. Secondariamente, la sua impostazione ha riguardato la politica industriale e meno la corporate governance. Infine, le indicazioni Onu sono entrate nella policy aziendale soltanto recentemente. Questo ha garantito una buona visibilità negli indici di sostenibilità che guardano alla green economy, ma dal nostro punto di vista era ancora poco».

Da qualche tempo la situazione sta cambiando. «Recentemente – spiega ancora Schettini Gherardini – Pirelli ha cominciato a introdurre anche formalmente richiami agli orientamenti internazionali. Il documento “Politica per la salute, la sicurezza, l’ambiente e la responsabilità sociale” approvato nel 2010 include in modo più formale le dichiarazioni dell’Ilo, i diritti dell’uomo, la dichiarazione di Rio».

Nel corso dell’ultimo triennio Pirelli ha volontariamente apportato significativi miglioramenti alla corporate governance e alla Corporate social responsability. Tra queste, Standard Ethics cita una «serie di migliorie già preannunciate nel corso del 2009 a seguito di alcune autovalutazioni aziendali sul modello di governo societario e tese a creare “un modello proattivo di governo dei rischi” (non solo economici). Nel corso del tempo, sono state apportate interessanti novità nella reportistica (anche di Csr), nella comunicazione/informativa via Web, nonché nella struttura delle policy aziendali in fatto di Csr e diritti della persona (collegabili agli auspici internazionali ed a elementi giuridici nazionali, come i modelli D.lgs. 231)».

Ma quello che ha contribuito maggiormente a cambiare in positivo l’outlook è l’abolizione del patto di sindacato. Il 31 ottobre il gruppo della Bibocca ha annunciato la decisione di sciogliere il patto di sindacato di Pirelli. «A esito delle consultazioni promosse dalla direzione del sindacato di blocco azioni Pirelli & C. – si legge nella nota – i partecipanti al patto (Camfin, Mediobanca, Edizione-Benetton, Generali, Fonsai, Intesa Sanpaolo, Sinpar-Lucchini e Massimo Moratti) hanno concordato di sciogliere l’accordo dalla data odierna, pertanto anticipatamente rispetto alla prevista scadenza del 15 aprile 2014. Dalla data del 31 ottobre 2013 i partecipanti sono quindi definitivamente e irrevocabilmente liberati da tutti gli impegni e gli obblighi derivanti dal patto».

«I patti di sindacato – spiega il direttore di Standard Ethics – sono un elemento di governance non positivo perché implicano che una parte del processo decisionale strategico sia discussa al di fuori dell’assemblea. Il che, dal punto di vista sostanziale, significa spogliare i soci di minoranza di alcune prerogative».

Al gruppo Pirelli rimangono da compiere due passi su cui sembra già essere avviato: richiamare anche le indicazioni dell’Ocse (per esempio le Linee Guida per le multinazionali, uno dei documenti più importanti in tema di Csr) e della Ue (per esempio il Libro verde della Commissione europea), non soltanto nei documenti di politica industriale (policy), ma anche in quelli destinati alla governance dell’azienda (come i Codici Etici e le Linee di Condotta).

«A questo punto – conclude Standard Ethics – verranno analizzati i cambiamenti nella struttura azionaria, ma alla luce della metodologia di analisi di Standard Ethics, è indubbio che una maggiore apertura al mercato nell’azionariato Pirelli completerebbe il quadro delle novità positive, utile ad avviare una graduale, quanto strutturale, revisione migliorativa dello Standard Ethics Rating (SER) attribuito alla società».

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews