26 marzo 2014 – La finanza Sri è un concetto molto più strutturale per i player internazionali operanti in Italia, rispetto agli operatori nazionali. Una differenza che si riflette in una struttura organizzativa che prevede in entrambi i casi esteri analizzati team dedicati all’analisi Sri che lavorano a supporto degli altri team del gruppo. Al contrario, tra gli operatori italiani i team Sri non sono sempre presenti e, se ci sono, la struttura fa affidamento in genere a squadre trasversali all’interno di altri team della società. Sono gli aspetti che emergono dalle risposte al questionario elaborato da ETicaNews i cui risultati principali sono stati illustrati nell’articolo Fondi etici, ecco la mappa dei big. La ricerca, realizzata nell’ambito del Dossier Caccia allo SRI, è stata condotta sui 16 maggiori gruppi dell’asset management operanti in Italia, secondo la classifica stilata da Assogestioni in base alle masse gestite a novembre 2013 relative ai soli fondi aperti (The italian asset management market key figures, 23 december 2013).

La tabella completa dei risultati sarà pubblicata nell’ebook Caccia allo SRI che sarà presentato nel convegno di venerdì al Salone del risparmio, e sarà scaricabile sul sito di ETicaNews nelle settimane successive.

LO SRI MODELLO INTEGRATO

Quanto sia integrata la politica Sri nei due player stranieri che hanno risposto positivamente al questionario (cioè che hanno fondi etici) lo si rileva dalla descrizione delle politiche di investimento. «Oltre a promuovere e sviluppare la gamma di prodotti Sri – scrive Bnp Paribas Investment Partners nelle risposte al questionario – Bnpp Ip ha implementato una Politica di investimento responsabile in tutti i processi di investimento. Questo significa che i nostri gestori non possono investire in emittenti che infrangono le nostre policy di settore su attività o prodotti controversi; o che infrangono i princìpi Global Compact delle Nazioni Unite». Se il primo fondo Sri è stato lanciato nel 2002, la policy di Investimento responsabile è stata varata nel 2012 e oggi copre il 50% del totale delle masse in gestione di Bnpp Ip. Si parla di 240 miliardi di euro. I prodotti Sri invece coprono circa 20 miliardi in tutte le varie asset class, il 4% del totale delle masse gestite. Allo stesso tempo, Schroders rileva che «fornisce servizi di screening etico per i clienti da oltre vent’anni, tipicamente per mandati segregati». I mandati etici a fine 2013 rappresentavano 25 miliardi di sterline e, spiega Schroders, «generalmente escludono titoli dall’universo investibile in base ai prodotti o ai servizi della società (per esempio il tabacco, l’alcool e le armi)».

L’atteggiamento strutturale si riflette nelle costituzione di team interni dedicati all’analisi Sri che vanno a supportare tutti gli altri team del gruppo. Schroders ha un team per gli investimenti responsabili dal 2000 che «è cresciuto continuativamente da allora». Si compone di sei persone che, spiega sempre l’asset manager, «lavorano a stretto contatto con gli analisti per gli investimenti e i gestori per integrare le considerazioni Esg nel processo di investimento dei prodotti azionari, di reddito fisso e immobiliari». Nel dettaglio la squadra Sri è formata da un generalista che ha il ruolo di coordinare il team, da due specialisti di corporate governance e tre specialisti E&S (Environmental&Social). Quattro le principali modalità di lavoro. Per quanto riguarda i mandati etici, il team Sri fa una selezione dell’universo globale in relazione ai criteri morali di investimento per creare un universo investibile. In relazione al fondo Global Climate Change il team ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppare i criteri del fondo e nel decidere quali titoli soddisfano questi criteri. «I membri Esg che siedono nella commissione sul Climate change – spiega la società – hanno il veto su quali titoli possono essere inclusi nell’universo investibile».

Ci sono poi due modalità di lavoro che sono particolarmente esplicative dell’approccio più strutturale alla finanza Sri. La prima riguarda l’integrazione dei criteri Esg nel processo di investimento. Qui il team ha sviluppato una serie di linee guida sui temi Esg “materiali” a seconda dei settori, che sono disponibili per gli investitori. Non solo. «Oggi– scrive Schroders – chiediamo alla maggioranza degli analisti equity di compilare note Esg con l’obiettivo di individuare l’impatto degli Esg sulla valutazione del titolo. E il team Esg controlla queste note, per incoraggiare sviluppi continui». Il team nel suo lavoro usa l’expertise interna, ma anche diverse fonti di ricerca, da quelle dedicate agli Esg ai brokers.

Anche Bnpp Ip ha un team dedicato alla ricerca di sostenibilità, il Sustainability research team, che lavora per gestori di portafogli Sri, ma anche per tutti gli altri team (per l’implementazione della policy di Investimento responsabile e la policy di proxy voting, precisa il gruppo). La squadra si compone di otto analisti extra-finanziari (incluso l’assistente di ricerca). A livello globale, ci sono poi 60 professionisti responsabili per la gestione dei portafogli Sri. «Oltre alle esclusioni di alcuni settori (alcool, tabacco, pornografia, armi…), abbiamo sviluppato processi di investimento basati sulle migliori pratiche Esg (approccio Best in class) o su tematiche (investimenti in emittenti che forniscono soluzioni a temi Esg)». Il team, che è stato creato nel 2002, sviluppa una ricerca proprietaria oltre ad avere accesso alle principali ricerche esterne.

I PROTAGONISTI NAZIONALI

A livello nazionale la ricerca Sri è affidata a collaborazioni/ricerche esterne o a team trasversali nella società. Quest’ultimo, per esempio, è il caso di Eurizon e Generali. Eurizon ha una squadra di quattro gestori che lavorano in modo trasversale all’interno dei vari team della società e che appartengono ciascuno a tre diverse aree di investimento (reddito fisso, azionario, istituzionali). Il criterio con cui opera è la gestione attiva e si avvale anche di ricerche esterne. Similmente, Generali ha un team di cinque persone che opera a Parigi (ma i fondi sono destinati anche all’Italia) e che lavora in modo trasversale, seguendo i criteri di best effort, settoriale ed esclusione. Da notare che al momento non ci sono prodotti destinati al retail della rete di Banca Generali. «In principio – spiega la società – i prodotti erano destinati solo ad investitori istituzionali, solo successivamente si è deciso di destinarli anche al retail. Quindi la rete è ancora in fase di ampliamento».

Infine, un terzo operatore, Fideuram, ha scelto di affidare la gestione dei prodotti Sri al Team Fixed Income Multiasset di Fideuram Asset management Ireland (Fami). Composto da due persone, nell’ambito dell’attività di gestione, si avvale della consulenza di Main Street Partners, società di consulenza specializzata nella fornitura di servizi di advisory dedicati alla creazione, strutturazione e implementazione di veicoli di investimento con finalità sociali e ambientali. Il criterio di gestione non ha un’unica metodologia o un criterio di analisi, bensì molteplici. Più precisamente il Fondo si avvale di procedure e analisi diverse per la scelta e il monitoraggio degli investimenti in fondi ad impatto sociale, in titoli di debito DFIs e bonds tematici e in titoli di debito governativi. «L’obiettivo – spiega Fideuram – è offrire agli investitori la possibilità di coniugare in modo efficiente rendimento finanziario in linea con il mercato obbligazionario a breve termine e con obiettivi di sviluppo sociale e ambientale chiari e misurabili».

Ubi e Pioneer, infine, hanno dichiarato di non avere un team interno. Ubi lavora a benchmark: 95% Ecpi – Ethical index euro e 5% Bofa Merrill Lynch euro Treasury bill index. Pioneer ha accordi di collaborazione con Ec Capital Partner, Oekom, Msci Research. A livello di benchmark, si basa sull’Erthical index euro corporate bond per il fondo Pioneer obbligazionario corporate etico a distribuzione e sull’indice Msci World per il Fondo Pioneer funds. Il Pia-Ethik Fund non ha invece benchmark. Entrambi questi operatori non pensano a breve di costituire un team interno.

A cura di ETicaNews