11 dicembre 2012 – Parlare di accesso ai servizi finanziari significa non soltanto la disponibilità di minime erogazioni di denaro, bensì anche l’opportunità di garantirsi le cure in un ambulatorio, coprire il costo di un cavallo azzoppato, finanche pagare le spese di un funerale. Il fenomeno delle “micro polizze” ha raggiunto ormai dimensioni mondiali, come attestano i numeri forniti dal report “Microassicurazione Innovation Facility”, pubblicato lo scorso aprile e frutto di un programma di cooperazione fra l’Organizzazione internazionale del lavoro e la fondazione Munich Re. Se nel 2007 erano circa 78 milioni le polizze sparse per il mondo, oggi la stima ammonta a circa 500 milioni. L’80% delle polizze viene stipulato nel continente asiatico, soprattutto in India e Cina. A seguire l’America del Sud (15%) e l’Africa (5%). Tra le esperienze più significative vi sono, in India, i programmi di protezione sociale che coinvolgono oltre 40milioni di persone. Ad aver sottoscritto le polizze, parzialmente sovvenzionate dal governo, sulla vita, sulla protezione dei raccolti e del bestiame sono circa 160 milioni di cittadini a basso reddito. In America Latina le prime esperienze pilota sono state realizzate in Brasile e Messico. In Africa dei 15 milioni di persone coperte dalla microassicurazione ben 8,2 milioni vivono in Sudafrica.

L’ENIGMA DEL PREMIO
La distribuzione irregolare del fenomeno a livello mondiale dipende principalmente dal diverso grado di coinvolgimento delle istituzioni pubbliche. Il trampolino di lancio per i progetti di microassicurazione è infatti quasi sempre costituito da un intervento pubblico, che può spingersi sino a rendere obbligatorie determinate coperture, o da una partnership tra istituzioni pubbliche e operatori privati. Perché di fatto l’interesse è reciproco. Le compagnie assicurative hanno infatti pian piano allargato la propria offerta alle microassicurazioni, tanto che oggi ben 33 tra i primi 50 gruppi al mondo si rivolgono ai consumatori a basso reddito.

A frenare tuttavia lo sviluppo di programmi di microassicurazione sono una serie di ostacoli di natura tecnica e organizzativa. In primis la mancanza di un ritorno commerciale a breve termine per le compagnie assicurative. Come spiega Stefano Frazzoni di Prometeia, società di analisi e consulenza alle aziende: “Prima di lanciare progetti di microassicurazione, le compagnie devono effettuare molteplici valutazioni, tra cui molte di natura prettamente tecnica. Il prodotto assicurativo deve infatti rispettare dei requisiti che possono essere definiti standard: nella microassicurazione la copertura ha un costo estremamente ridotto cui corrispondono prestazioni altrettanto contenute. La definizione del premio, per qualunque tipologia assicurativa, richiede basi tecniche e statistiche necessarie per effettuare tutte le necessarie valutazioni sui livelli di rischio che si vanno a coprire. Molti paesi destinatari di progetti di microassicurazione non sono però adeguatamente attrezzati per raccogliere le informazioni quali, ad esempio, i tassi di incidenza degli infortuni per fasce d’età. Nel momento in cui si va quindi a “confezionare una micro polizza” le compagnie assicurative si ritrovano spesso a non poter individuare un premio adeguato al rischio proprio a causa della mancanza di base dati”.

IL FATTORE GOVERNO
Il sostegno dei governi è quindi uno dei fattori cruciali per l’avvio di un progetto di microassicurazione: alcuni contribuiscono allo sviluppo del mercato attraverso la regolamentazione della microassicurazione, altri invece collaborano attivamente per sostenere partnership pubblico-privato oppure stimolando la domanda. Molti Paesi, tra cui l’India, il Perù, le Filippine e il Sud Africa, hanno creato dei quadri normativi che hanno favorito l’integrazione finanziaria e fornito incentivi che spingono gli assicuratori ad entrare nel mercato. In India, una delle partnership pubblico-privato più importanti è la Rashtriya Swastya Bima Yojana (Rsby), il programma nazionale d’assicurazione ospedaliera per le persone con basso reddito, un sistema gestito da compagnie assicurative sia pubbliche che private. All’interno di questo sistema, ad esempio, l’Icici Lombard, la più grande compagnia generale di assicurazioni del settore privato in India fornisce una copertura sanitaria a più di 7 milioni di famiglie.

Rosaria Barrile

 

A cura di ETicaNews