8 novembre 2012 – Le coop nel mondo? Valgono più del prodotto interno lordo italiano. Nel 2010, le 300 maggiori società cooperative e mutue a livello globale hanno avuto un fatturato o un valore della produzione complessivo pari a 1.975,6 miliardi di dollari, un po’ più il Pil prodotto dall’Italia dello stesso anno, che era stato pari a 1.774 miliardi di dollari (1.380 miliardi di euro).

Il calcolo è stato fatto dal World Co-operative Monitor, il nuovo progetto lanciato dall’Alleanza Internazionale delle Cooperative (Ica) allo scopo di monitorare, con il supporto scientifico e tecnico di Euricse (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises), l’impatto sociale ed economico delle più grandi cooperative e mutue al mondo. Il 31 ottobre a Manchester in occasione del “Cooperatives United Expo”, meeting internazionale del settore che conclude il 2012 (anno internazionale delle Cooperative), è stato presentato un report esplorativo del World Co-operative. Dal rapporto emerge che le 300 organizzazioni si distribuiscono in 24 Paesi e operano soprattutto nel settore assicurativo (43%), nella filiera agro-alimentare (26%) e nel settore delle cooperative di consumo e di dettaglianti (21%).

Il valore della produzione registrato dalle Top 300 rappresenta il 9,4% del fatturato complessivo delle prime 300 imprese della graduatoria 2010 Fortune Global500, la classifica mondiale dei primi 500 gruppi economici in termini di fatturato, stilata annualmente dalla rivista Fortune. Con oltre 70 miliardi di dollari di fatturato, la cooperativa giapponese Zenkyoren, attiva nel settore assicurativo, occupa il primo posto in classifica, seguita da un’altra coop nipponica, Zen-Noh, e dalla tedesca Edeka Zentrale. «Questi nuovi dati non solo dimostrano che le cooperative hanno dimensioni importanti, ma anche che questa ampia portata è sostenibile di fronte alle difficili condizioni economiche globali», ha detto Charles Gould, direttore generale di Ica. «In più, con un valore della produzione annuale complessivo pari a 1.975,6 miliardi di dollari statunitensi per le sole 300 cooperative top, questo è un settore che non gioca un ruolo secondario, ma è una forza economica globale di primo piano».

Le coop, che sono a tutti gli effetti imprese sociali, si sono dimostrate essere un baluardo contro la crisi, per di più se si considera che non si tratta soltanto di piccole e medie imprese, ma di veri e propri colossi. «In un momento in cui il mondo rischia di scivolare nella recessione, questi nuovi dati rappresentano un importante messaggio per il pubblico: esiste una via per portare avanti un business sostenibile, anche sulle grandi dimensioni», ha aggiunto Gould.

Il coinvolgimento di Euricse, fondazione di ricerca con sede a Trento creata per favorire la crescita e la diffusione di conoscenze e processi di innovazione delle cooperative, delle imprese sociali, delle organizzazioni non profit e dei commons, va nella direzione di includere nella classifica criteri non soltanto economici, ma anche indici più rilevanti per il settore. «L’idea dietro questo nuovo progetto – ha spiegato Gianluca Salvatori, amministratore delegato di Euricse – è quella di definire un nuovo processo di raccolta dati, integrazione e analisi, che dovrebbe culminare nella creazione di un database regolarmente aggiornato contenente l’impatto economico ma anche sociale delle più grandi cooperative del mondo». Provvisoriamente per quest’anno, data la disponibilità ancora limitata di questionari, le valutazioni presentate sono di natura puramente economica. Il criterio adottato è il fatturato che un’azienda incassa dal suo business, generalmente dalla vendita di beni e servizi ai clienti.

Il gruppo di ricerca del World Co-operative Monitor intende definire un nuovo metodo per la raccolta e l’analisi dei dati delle più grandi cooperative e mutue al mondo. L’obiettivo ultimo è la creazione di un database costantemente aggiornato nel quale confluiscano dati sia economici sia sociali al fine di dimostrare e monitorare nel tempo, oltre ai valori di bilancio, anche come le organizzazioni oggetto d’indagine contribuiscano al benessere dei Paesi in cui operano, in termini di occupazione e di servizi offerti.

Sul sito www.monitor.coop saranno resi disponibili i dati delle cooperative coinvolte nel progetto. Il successo del progetto non può tuttavia prescindere dal contributo delle singole cooperative, che possono partecipare attivamente al progetto compilando il questionario online.

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews