4 febbraio 2013 – Finanziamenti alla politica sempre più nel mirino negli Stati Uniti. Dopo che la Sec ha inserito nella sua agenda lo studio di una regola che preveda l’obbligo di trasparenza sui soldi che le corporate di Wall Street danno ai partiti, ora un vasto movimento nazionale sta promuovendo una battaglia nazionale che mira niente meno che a emendare la Costituzione per mettere un limite ai finanziamenti dell’economia alla politica. Protagonista è David Cobb, candidato dei Verdi alle elezioni presidenziali americane del 2004, che ha creato la coalizione “Move to amend” (Mta).

Cobb sta facendo il giro degli Stati Uniti per sostenere che «i soldi non sono un discorso e che gli esseri umani e non le corporation sono persone che godono di diritti costituzionale». Per capire che cosa significa questa frase bisogna tornare al 2010, quando una storica sentenza della Corte Suprema, la Citizen United vs. Federal Election Commission, in nome del primo emendamento alla Costituzione, quello che garantisce l’inviolabilità della libertà di parola, stabilì che le imprese non dovessero sottostare ad alcun limite nei finanziamenti elettorali. Le corporation, disse la Corte Suprema, hanno gli stessi diritti delle persone e da qui è stato coniato il termine “corporate personhood”.

Non è un caso, allora, se la campagna per le presidenziali che si sono appena tenute negli Stati Uniti con 6 miliardi di dollari di spese sono state le più costose della storia. La provenienza di molti di questi soldi non è tracciabile perché proviene dai cosiddetti “Super PAC” (super political action committee), cioè super comitati che possono ricevere illimitatamente soldi sia dagli individui sia dalle imprese sia dai sindacati per sostenere campagne politiche.

Ed ecco spiegato anche il motivo per cui, se si vuole impedire ai big della finanza di finanziare illimitatamente i politici, serve cambiare la Costituzione. Un lavoro non da poco visto che è richiesta la maggioranza qualificata del Congresso, seguita dalla ratifica di tre quarti degli Stati. Cobb ritiene che un tempo ragionevole per raggiungere l’obiettivo siano dieci anni. Uno sforzo collettivo come quelli che furono richiesti per diritti civili come il voto alle donne. Attualmente Move to Amend ha 258.000 aderenti, ma non è l’unico movimento a voler raggiungere l’obiettivo.

Altre organizzazioni che stanno lavorando sulla stessa questione e contro lo strapotere delle corporation sono United for the People, Free Speech for the People, People for the American Way e Public Citizen.

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews