23 ottobre 2014 – Il 2013 si era concluso con una grande domanda sollevata dalla crescente ondata di green e social bond sui mercati: si era trattato solo di un anno eccezionalmente buono per queste obbligazioni “sostenibili” o l’inizio di una tendenza duratura nel tempo? Osservando i dati finora registrati quest’anno, in un ampio report appena pubblicato Mirova fornisce la risposta: «considerato che anche in autunno il lancio di questi nuovi prodotti è restato intenso, anche il 2014 promette di essere un anno eccellente e sembra confermare che le obbligazioni “verdi” e sociali sono qui per restare, con la creazione di una nuovo asset class all’interno di quella generale sul reddito fisso». Questa la conclusione deglk esperti di Mirova Hervé Guez, direttore del Responsible Investment Research, Emmanuelle Ostiari, analista Sri, Marc Briand, capo del Fixed Income, e Chris Wigley, Senior Portfolio manager

Nello studio Green and social bonds: what’s at stake for investors? la controllata del gigante dell’asset management Natixis parte da un dato di fatto, i numeri del fenomeno. Alla fine del mese di agosto 2014, l’emissione totale nell’anno di queste obbligazioni era già intorno ai 20 miliardi di dollari, 1,6 volte quella di tutto il 2013, che sua volta più o meno un aumento di tre volte rispetto alla fase di nascita di questo mercato dal 2006. Ovviamente, nonostante questa crescita impressionante, i green e social bond rappresentano ancora solo una minima parte di tutte le obbligazioni in circolazione (meno dell’1% del mercato obbligazionario). Tuttavia, diversi indicatori qualitativi di questa fase di crescita fanno dire agli esperti di Mirova che la tendenza è destinata a continuare.

Quali sono i segnali che danno fiducia per il futuro? In primo luogo, il 2014 si sta rivelando l’anno in cui gli emittenti societari sono finalmente entrati in questo mercato in piena forza. Considerando che il mercato era già stato completamente dominato da organizzazioni sovranazionali, banche di sviluppo e agenzie internazionali, le emissioni societarie, apparse per la prima volta nel 2013, sono cresciute dal 17% per raggiungere così quasi il 50% del volume globale delle obbligazioni emesse alla fine di agosto 2014.

Un’altra caratteristica interessante della crescita del mercato dei bond “sostenibli” è stato il notevole incremento delle obbligazioni sociali. Questo rimane uno ristretto segmento di mercato, tuttavia gli ultimi mesi testimoniano uno sviluppo significativo da parte delle emissioni ad impatto sociale. Il numero di nuove emissioni rimane l’indicatore più visibile per misurare le dimensioni e la dinamica di un mercato obbligazionario.

Ma c’è di più. Sempre un maggior numero di banche si sta attrezzando per aver un proprio team specializzato nelle emissioni green e sociali. Mirova cita il caso dell’Europa. Questo mercato è stato inizialmente il regno esclusivo di strutture facenti capo a istituti come Skandinaviska Enskilda Banken,l Crédit Agricole, Merrill Lynch e pochi altri. Oggi, si sono aggiunti altri big a cominciare da Bnp Paribas e Hsbc che hanno annunciato che saranno destinate risorse dedicate a questa asset class. «Tali investimenti nelle risorse umane costituiscono un particolare segnale forte» concludono l’analisi sul lato offerta gli analisti di Mirova.

E sul lato domanda? Anche qui il braccio di Natixis Am dedicato al mondo Sri trova diversi segnali molto positivi per il futuro delle obbligazioni sostenibili. Gli investitori istituzionali, dal canto loro, si stanno sempre più organizzando e cavalcando il tema. Mirova arriva a citare sé stessa. Infatti la società si colloca come una dei primi sostenitori più importanti di obbligazioni verdi nei suoi fondi a reddito fisso e in coerenza ha recentemente annunciato la creazione di un fondo aperto dedicato alle obbligazioni verdi. Ma altri esempi prestigiosi non mancano. Zurich Insurance si si sta distinguendo come investitore protagonista di questa asset class con due portafogli per 1 miliardo di euro ciascuno in obbligazioni verdi.

Ma secondo l’analisi di Mirova, offerta e domanda non esauriscono le fonti di segnali incoraggianti per le obbligazioni sostenibili, soprattuto per i green bond. Alcuni provider di indici come Msci e Dow Jones hanno sviluppato benchmark dedicati. Le società di rating si stanno organizzando per fornire pagelle “green”. Senza dimenticare il lato normativo. Su tutti l’introduzione dei Green Bond Principles (Gbp), creati con l’intenzione di strutturare del mercato. Dal momento che chiaramente un green bond non può essere ritenuto tale solo perché l’emittente lo definisce così, e per il bisogno di definire il mercato stesso al fine di favorirne uno sviluppo sostenibile, quattro banche (Bank of America Merrill Lynch, Citigroup, Crédit Agricole, J.P. Morgan Chase & Co.) hanno pubblicato congiuntamente i Gbp nel gennaio del 2014. Per dargli più solidità e valore, finiranno sotto l’egida dell’Icma (International Capital Markets Association).

Alla fine del suo studio Mirova individua il vero driver per il futuro: la presa di coscienza di domanda e offerta che i green e i social bond rappresentano una soluzione di investimento win-win. Gli emittenti finanzieranno i loro progetti verdi o sociali a costo minore rispetto ad altri tipi di debiti e prestiti, mentre gli investitori potranno puntare su rendimenti interessanti ed emissioni più sostenibili e meno rischiose. Ma non è tutto. Dal momento che le obbligazioni verdi e sociali contribuiscono all’interesse generale con il ridurre i rischi sistemici quali il clima cambiamento, appare opportuno che i regolamenti, in particolare la Direttiva Solvency, inizi a trattarli in modo più favorevole nei vincoli di bilancio, allineando gli interessi della società civile con quelli delle aziende che puntano sullo sviluppo di progetti verdi o sociali, e con quelli degli investitori Sri.

Fabrizio Guidoni

A cura di ETicaNews