23 ottobre 2012 – La micro-finanza? Una pratica che Tunisi, dopo la primavera araba, ha deciso di importare. E che l’Europa vuole esportare. Il governo del Lussemburgo, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti ha stanziato 4 milioni di euro per agevolare lo sviluppo del mercato microfinanziario in Tunisia. MicroMed Tunisia, questo il nome del programma, sarà sviluppato durante i prossimi cinque anni dagli esperti di “Appui au Développement Autonome” (Ada). Ulteriore sostegno giungerà poi dal fondo fiduciario Femip (Facility for Euro-Mediterranean Investment and Partnership), che dal 2004 opera con l’obiettivo di supportare e favorire lo sviluppo del settore privato tra i Paesi partner del mediterraneo.

Il progetto MicroMed Tunisia è stato annunciato pochi giorni fa durante la decima conferenza di Femip dedicata, appunto, ai Paesi del Mediterraneo sud orientale. La collaborazione nasce però da un’esplicita richiesta di sostegno del governo tunisino giunta ai Paesi europei dopo la primavera araba.

Il programma ha perciò l’obiettivo di favorire una crescita responsabile e trasparente delle istituzioni micro finanziarie tunisine, ma è inoltre finalizzato a creare un terreno fertile e, soprattutto regolamentato, per futuri investimenti. «Questo supporto sostanziale dalla Bei e dal governo del Lussemburgo mostra che esiste un interesse comune nel rafforzare il settore della micro-finanza tunisino per portarlo all’autonomia», ha commentato Robert Wagener, presidente di Ada, in riferimento all’accordo stipulato.

In effetti, negli ultimi dieci anni, la Banca d’investimento europea ha giocato un ruolo fondamentale nel settore micro-finanziario del mediterraneo sud-orientale elargendo investimenti superiori a 27 milioni di euro. Tutto ciò ha aiutato fortemente l’economia dell’area. Circa 2.300 micro, piccole e medie imprese negli anni hanno favorito del supporto creando così oltre 30.000 posti di lavoro. Anche il governo lussemburghese ha fatto però la sua parte. Da oltre due decenni collabora, infatti, nella zona realizzando programmi di formazione ed educazione finalizzati a sostenere e a incrementare lo sviluppo della Tunisia attraverso una crescita non soltanto economica ma anche sociale.

Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews