Ore 08:28

MILANO, 30 settembre (Reuters) – Mercati verso la riapertura questa mattina dopo l’avvio ufficiale, sabato, della crisi del governo guidato da Enrico Letta, con le dimissioni dei ministri del Pdl su indicazione di Berlusconi. Una crisi che arriva a meno di due settimane dall’approvazione della Legge di Stabilità, necessaria tra l’altro per correggere il lieve sforamento del deficit italiano rispetto ai parametri europei.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto a Letta di verificare in Parlamento l’esistenza di una maggioranza, alla luce anche dei distinguo giunti nelle ultime ore dagli stessi ministri di centrodestra e da diversi esponenti del Pdl – contrari alla linea dura della rinata Forza Italia – e da alcuni transfughi grillini ID:nL6N0HP0LV .

Forza Italia, come il M5S, chiede il ritorno alle urne, mentre il Pd, per bocca del segretario Epifani, si è dichiarato disponibile a un esecutivo di servizio, ma non a “governicchi”.

Alla chiusura di venerdì lo spread di rendimento tra Btp e Bund IT10DE10=TWEB è risalito a 270 punti base, in corrispondenza dei massimi dallo scorso 13 settembre, mentre Piazza Affari ha subito un calo dell’indice Ftse Mib .FTMIB dell’1,27%, risultando la peggiore dei listini europei.

Di seguito il commento di economisti e operatori sulla possibile reazione odierna dei mercati.

Commenti raccolti prima dell’apertura dei mercati:

FRANCESCO GARZARELLI, SILVIA ARDAGNA, Goldman Sachs

“Le tensioni politiche arrivano in un momento poco opportuno per l’Italia, in cui si discute la legge di Stabilità dell’anno prossimo (…). Le dimissioni dei ministri del Pdl aumenteranno chiaramente la volatilità sul mercato dei bond governativi, analogamente a quanto visto tra febbraio e aprile prima della formazione dell’attuale governo. Un qualche ulteriore allargamento dello spread (tra Btp e Bund decennali) potrebbe essere giustificato in risposta all’incertezza sulla nuova composizione del governo e sull’eventualità che il sostegno parlamentare possa arrivare a scapito delle poche riforme che la coalizione guidata da Letta stava cercando di portare avanti. A fine aprile raccomandammo di andare lunghi sul Btp decennale contro i pari scadenza francesi fino ad uno spread di 221 punti base. Ora consideriamo di chiudere tale posizione ai livello di lunedì. Ci sono tuttavia due fattori che potrebbero mitigare la reazione del mercato. Primo, i nostri modelli suggeriscono che gli spread italiani trattano già sopra i loro livelli ‘fair’ (circa 210 pb). Questo potrebbe riflettere il fatto che i fattori politici sono già incorporati (…). Secondo, circa due terzi dello stock di titoli pubblici italiani sono ora in mani domestiche, sostenute dall’attuale riallocazione degli investitori al dettaglio fuori dalla liquidità. Secondo le nostre stime l’Italia ha finanziato il deficit 2013 e c’è un importo limitato di bond in scadenza da qui alla fine dell’anno”.

FABIO FOIS, GIUSEPPE MARAFFINO, economisti Barclays

“Le crescenti tensioni politiche in Italia hanno cominciato a pesare sui Btp già la settimana scorsa. Comunque, vale la pena notare che nel corso di quest’anno, i Btp hanno mostrato una certa resilienza a periodi di stress sul mercato. Escludendo, comunque uno scenario di ritorno alle urne con l’attuale sistema elettorale, non vediamo motivi per una liquidazione di massa dei Btp, che sarebbe la causa principale del caos sul mercato e di un rialzo significativo dei rendimenti, come avvenuto nel quarto trimestre del 2011”.

ALESSANDRO TENTORI, responsabile rates strategy Citigroup

“Già nei giorni passati si è avuto un sentore di come i mercati fossero preoccupati. Anche nel lungo periodo, i mercati hanno – giustamente – rimosso lo spread tra Spagna e Italia. A mio avviso questo rifletteva non solo la situazione politica Italiana, ma anche la scarsa voglia del governo Letta di fare le riforme, che invece in Spagna sono almeno cominciate. Tipicamente si dovrebbe assistere a un appiattimento ‘bear flattening’ della curva Btp, cioè i titoli a breve dovrebbero sottoperformare i titoli a lunga scadenza. Mi aspetto un’ulteriore sottoperformance dei Btp rispetto ai Bono Spagnoli. C’è inoltre il rischio di un mini-contagio su paesi come Belgio e Francia che storicamente hanno una sensitività al Btp più alta degli altri paesi core. Il tutto potrebbe essere esacerbato da un movimento al ribasso che quasi certamente vi sarà sull’azionario. Non posso stimare cosa faranno le agenzie di rating, per le quali la stabilità politica è essenziale. Nel lungo periodo il problema comunque non cambia: Governo o non governo, di sinistra o di destra, Monti o Cincinnato, le riforme vanno fatte. In mancanza di riforme non si esclude un ritorno della discussione sulla sostenibilità del debito con gravi conseguenze”.

 

A cura di Websim