16 gennaio 2014 – E’ «un passo decisivo verso la creazione di un sistema finanziario più trasparente, responsabile e sicuro». Non si è certo trattenuto ieri il commissario ai servizi finanziari, Michel Barnier, nel commentare l’accordo raggiunto la scorsa notte tra il 14 e il 15 gennaio tra Parlamento Ue e Consiglio che sono così sempre più vicini a varare le nuove norme che regolano il mercato dei servizi finanziari, pensate per limitare la speculazione e rendere trasparenti i settori più oscuri della finanza come i derivati e l’high frequency trading, ovvero il trading elettronico ad alta frequenza fondato su algoritmi.

Barnier ha forse peccato di eccesso di entusiasmo, se si tiene conto che a questo punto manca ancora il voto dell’assemblea plenaria dell’eurocamera a marzo e un nuovo via libera dell’Ecofin affinché la revisione della direttiva Mifid, presentata dalla Commissione Ue nel 2011, diventerà realtà. Fin dall’inizio Barnier ha spinto per introdurre trasparenza, responsabilità ed etica nella finanza. In ogni caso il passo, seppur piccolo, è pur sempre un passo in avanti. Lo stallo che durava da oltre due anni sembra essere così stato superato. Se non altro sul testo si è raggiunto ora un consenso di principio che consente di «rendere i mercati più sicuri, proteggere meglio gli investitori per limitare la speculazione sui mercati delle materie prime e regolare il trading ad alta frequenza», come si legge in un comunicato del Parlamento Ue.

Tra i vari punti d’intesa raggiunti è il caso di sottolineare quello sulla speculazione sulle materie agricole, noto anche come speculazione sulla fame dei più poveri, tema su cui ETicaNews si è concentrata più volte (vedi ad esempio L’Etf si fa etico escludendo i cereali). Con le nuove regole, che si applicano a tutti gli operatori del mercato, piccoli e grandi, per la prima volta le autorità competenti possono porre limiti alle posizioni dei trader sul mercato dei derivati delle materie prime. L’obiettivo è combattere la speculazione sui prodotti agricoli e alimentari e distorsioni sul mercato delle materie prime, energia compresa. È un elemento che nella proposta iniziale della Commissione non c’era, e che è stato aggiunto proprio dal Parlamento. A questo punto non si può, e non si deve più tornare indietro.

 

A cura di ETicaNews