12 marzo 2013 – Le Smart City salveranno i conti della Pubblica amministrazione. A dimostrare i grandi vantaggi economici per la Pa è un’analisi riportata dalla ricerca firmata Politecnico di Milano sull’Internet of Things, effettuata su un modello di città di 70mila abitanti che si estende su 60 kmq, e che essendo una Smart City applica il concetto di interconnessione tra illuminazione e gestione dei rifiuti. Ebbene, il risultato è impressionante: i risparmi sono compresi tra il 25% e il 50% dei costi di investimento e tra il 50% e il 70% dei costi operativi rispetto al caso in cui ciascun servizio sia implementato indipendentemente dagli altri.

La chiave è appunto l’Internet of things, in sostanza l’Internet esteso al mondo delle cose inanimate come elettrodomestici, componenti auto e altri tipi di apparecchi che comunicano direttamente in rete, anche tra loro, con applicazioni e servizi per esempio per la domotica (la casa ‘intelligente’) o per il settore auto. E proprio grazie alla connessione in rete di elementi come traffico, spazi verdi e parcheggi si arriva, tramite il loro monitoraggio e gestione, alla Smart City. Che non finisce qui. Infatti, oltre ai contatori intelligenti per misurare i consumi, le applicazioni si estendono a illuminazione pubblica e alla verifica del riempimento dei cassonetti dei rifiuti.

Quali sono le prospettive delle “città intelligenti”? ”La maggior parte delle attuali applicazioni sfrutta solo in parte le potenzialità dell’Internet delle cose, ma il segnale è molto positivo: c’è un interesse concreto verso processi e servizi che necessitano di oggetti connessi. Questo aspetto, unito alla presenza di soluzioni tecnologiche ormai mature, rappresenta una solida base per l’affermazione nel prossimo futuro”, conclude Angela Tumino, co-responsabile della ricerca.

 

A cura di ETicaNews