18 ottobre 2012 – Il green? Potrebbe presto finire al verde. Finora, gli “affari” sono andati bene, ma per il prossimo futuro il settore lancia quello che in gergo finanziario potrebbe essere definito un “profit warning”. In base all’Osservatorio “Green Economy on capital Markets 2012” di VedoGreen, che ha analizzato i risultati economico-finanziari del 2011 e della prima metà del 2012 di 14 società quotate sul listino italiano e di 100 società paragonabili quotate sui mercati europei, emerge che il fatturato del green italiano è cresciuto del 19% nel 2011 (un po’ meno rispetto al +22,6% della media europea), mentre la marginalità operativa italiana ha corso di più (+18,4% rispetto al + 8,7% della media europea).

La tendenza, però, non va verso il miglioramento. Anzi. Dopo la crescita del 2011, la green economy italiana  nel primo semestre 2012 ha segnato un trend di ridimensionamento in termini di fatturato (-10% rispetto al primo semestre 2011) e di margine operativo lordo (-9%), pur mantenendo una marginalità elevata intorno al 26 per cento.

Secondo un’indagine realizzata da VedoGreen lo scorso settembre, le ragioni di questi dati sono connesse all’incertezza normativa (l’85% del campione la indica come la prima fonte di preoccupazione), al contesto finanziario ed economico sfavorevole, al settore tipicamente capital intensive e ai prezzi medi di vendita influenzati da politiche di dumping. Come risposta al mutato contesto di mercato, le società quotate in Italia si orientano su politiche di riposizionamento strategico del core business con forme di differenziazione dell’offerta e ottimizzazione della struttura produttiva.

Insomma: la leadership europea nelle energie rinnovabili, che con 100 Gigawatt di potenza eolica installata può a soddisfare il fabbisogno di 57 milioni di case, è a rischio. La spinta propulsiva del Vecchio Continente verso la green economy si sta esaurendo. Lo dicono diverse ricerche. La più recente è il “Cleantech Outlook”, uno studio realizzato dal financial advisor EnVent che offre una panoramica sull’evoluzione dell’attività di investimento nell’economia verde a livello mondiale ed europeo negli ultimi 12 mesi. «Con specifico riferimento all’Europa e all’Italia – si legge nel dossier – gli investimenti in tecnologie e progetti Renewable Energy hanno recentemente subìto un forte rallentamento, quale conseguenza di un insieme di fattori: restrizioni all’accesso al credito, che hanno reso molto oneroso il finanziamento di nuovi investimenti e il rifinanziamento di progetti esistenti; taglio repentino agli incentivi deciso dai governi dei Paesi a elevato debito pubblico; concorrenza degli operatori asiatici, che ha progressivamente ridotto i margini dell’attività di produzione; raggiungimento della maturità del mercato, specialmente riguardo al solare».

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews