11 febbraio 2013 – La Germania intende mettere un tetto alle remunerazioni dei membri dei consigli di amministrazione. E’ questa una delle proposte contenute in un documento che la Government Commission on the German Corporate Governance Code ha elaborato per modificare il codice della corporate governance (introdotto nel 2002) e che è in consultazione fino al 15 marzo.

In un periodo storico di crisi economica in cui i compensi dei top manager sono nel mirino e anche gli studi accademici cominciano ad analizzarne le dinamiche, il vento del cambiamento dopo aver soffiato in Svizzera arriva dunque anche in Germania ed è destinato anche di alzare il velo dell’opacità spingendo le imprese a essere concretamente più trasparenti.

Si chiama “Management Board – Composizione e compensi” la parte in cui la Commissione tedesca ha inserito le misure con cui si propone di aumentare la trasparenza e rendere più facile ottenere informazioni già pubbliche oggi in modo da poter paragonare i compensi senza e di mettere un limite sia al monte remunerazioni complessivo dei board sia ai compensi individuali. Sarà il consiglio di sorveglianza di ogni singola società a stabilire il tetto dei compensi. Il consiglio di sorveglianza, però, è invitato a seguire alcune raccomandazioni. Per esempio, di considerare il rapporto tra il compenso del manager in confronto a alle remunerazioni dell’intero board, del top management e di tutto lo staff e di definire anche i contributi pensionistici, in modo da poter avere un preventivo di quanto spenderà la società sia a livello annuale sia nel lungo termine.

Affinché sia la Commissione stessa sia i cittadini possano confrontare gli stipendi dei manager delle diverse società, la Commissione ha elaborato un modello standardizzato di calcolo delle remunerazioni. Per capire quanto è importante avere un modello unico, basti ricordare quali polemiche aveva sollevato lo studio dell’Istat (e si trattava dell’Istituto nazionale di statistica), chiamata fornire una relazione della Commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa all’inizio del 2012, quando pubblicò il confronto dei compensi dei parlamentari italiani con quelli degli altri parlamentari europei. L’Istat aveva ammesso che era stato impossibile confrontare in maniera attendibile gli stipendi dei nostri onorevoli con quelli del colleghi europei sia a causa della difficoltà incontrate nella raccolta dei dati sia a causa della eterogeneità delle voci che compongono i compensi (non solo stipendi ma anche rimborsi, per esempio). Dunque facilità di accesso ai dati e uniformità dei criteri sono due chiavi fondamentali per poter avere un quadro preciso e confrontabile. La Commissione tedesca spiega che i dati in questione sono più pubblici, ma pubblicati in forme e modi diversi. Standardizzare il modo in cui i dati sono presentati permetterà di avere una visione più chiara.

Dopo la fine del periodo di consultazione, che scade il 15 marzo, la Commissione prevede di rendere operative le raccomandazioni all’inizio del 2014.

Ma nel frattempo c’è già chi, vuoi per i deludenti risultati economici, ha già cominciati a dare un taglio agli stipendi dei top manager. Si tratta di Deutsche Bank, che in base a quanto riporta l’agenzia stampa Reuters (che cita una fonte) metterà un tetto di 300.000 euro a testa al pagamento dei bonus del 2012. Il monte bonus della banca per il 2012 è stato ridotto dell’11% a 3,2 miliardi di euro. La media dei compensi per i dipendenti dell’area investment banking è era già entrata in un trend al ribasso, passando a 332.785 euro nel 2011 in calo del 12 per cento rispetto al 2010.

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews