16 aprile 2013 – Csr 3.0. Così il presidente del Csr Manager Network Fulvio Rossi ha definito la sfida che le aziende che si occupano di corporate social responsibility affrontano quando si parla di social media. Un mondo differente da quello della comunicazione classico, ma che potrebbe rivelarsi la leva giusta per rendere il tema assai più diffuso a livello di grande pubblico, nonché per scardinare le difficoltà di ascolto dimostrate dalla stampa tradizionale. Peraltro, ETicaNews ha più volte sottolineato l’utilità di strumenti come twitter (si pensi alle twittercronache e twikiconference) e come la rete per creare consenso al di fuori dei circuiti ufficiali.

Nei giorni scorsi dalle aziende è arrivato un segnale piuttosto convincente su queste tematiche. Il Csr Manager Network, l’Associazione dei responsabili della sostenibilità delle maggiori imprese italiane, ha promosso a Milano un incontro di approfondimento tra i dirigenti della responsibility aziendale ed esperti della comunicazione web secondo la formula del “social media clinic”.

L’interrogativo era se i social network possano essere uno strumento «per comunicare l’impegno sociale in modo trasparente, accessibile e concreto». Tanto da immaginare «una CSR di nuova generazione capace di stimolare realmente processi di innovazione del business e di cambiamento sociale».

A partire da una ricognizione delle migliori teorizzazioni e casi di studio internazionali, cui è seguito l’approfondimento di best practice italiane, l’incontro ha delineato una fotografia quali-quantitativa delle attività di comunicazione della sostenibilità delle imprese italiane e un decalogo operativo finale a cura del Ceo di Key2know, Carlo Biggi. Tra i casi analizzati, gli esempi di Enel, Etica Sgr, Fondazione Cariplo e Microsoft discussi nel corso di una tavola rotonda coordinata da James Osborne, head of csr communications in Lundquist.

Dai dati elaborati appositamente per l’incontro da Lundquist e tratti dal Csr online Awards, primo progetto europeo di ricerca esclusivamente dedicato alla comunicazione online sulla Csr, emerge un quadro poliedrico. Tra le 100 imprese italiane quotate e non quotate analizzate dall’Indagine in quanto pubblicano bilanci sociali o di sostenibilità si evidenzia che:

Il 40% comunica obiettivi di Csr
Il 36% affronta il tema del cambiamento climatico
Il 31% pubblica posizioni sui diritti umani
Il 42% delle imprese segnala una presenza corporate sui social media
L’11% si distingue per l’uso attivo di Twitter e Facebook per la Csr (Barilla, Edison, Enel, Fiat, Finiper, Telecom Italia, Terna)

«Questo incontro – ha dichiarato Rossi – dimostra come i social media per le loro caratteristiche di attivazione e dialogo con grandi audience, cosi come di pubblici molto focalizzati, possono accrescere enormemente le possibilità per l’impresa di coinvolgere gli stakeholder in modo più maturo ed esteso I dati diffusi oggi segnalano che le aziende, a cominciare da quelle associate al nostro Network, sono sempre più attente a questi strumenti che nel futuro consentiranno alle imprese di svolgere anche un ruolo di abilitatori di cambiamento e innovazione sociale».

 

A cura di ETicaNews