20 settembre 2012 – Si chiama sostenibilità, si legge competitività: le aziende che sposano il green arrivano infatti a esportare l’80% dei loro prodotti e vedono facilitato l’accesso al credito.

A decretare che il bollino verde conviene, e mette sullo stesso piano una borsa Gucci e lo stabilimento Coop, un bicchiere di latte Granarolo o un calice di vino Antinori, è il ministro dell’ambiente Corrado Clini, impegnato a seguire il processo di certificazione delle eccellenze italiane.

Fra le tante a darsi un codice sostenibile (e prima in assoluto del settore lusso) è arrivata la maison fiorentina fondata da Guccio Gucci oggi di proprietà del polo Ppr. Dopo avere creato un marchio ad hoc, Gucci Responsibility, e una carta d’identità di alcuni articoli (borse e occhiali soprattutto), indicando i consumi d’acqua o di energia spesi nella fase produttiva, la società guidata dal ceo Patrizio di Marco ha firmato ieri a Milano un accordo con Clini. Obiettivo, consolidare entro il 2013 le metodologie di produzione in linea con gli standard internazionali, riducendo l’impronta di carbonio e monitorando quella etico-sociale dei prodotti Gucci.

di Francesca Sottilaro – Italia Oggi

 

Scarica l’articolo in PDF