30 ottobre 2013 – Etiche, ma anche solide, efficienti e redditizie. Tanto da far fare una brutta figura anche dal punto di vista finanziario ai colossi mondiali del credito. La prova è lo studio “Real banking for real economy: comparing sustainable bank performance with the largest banks in the world” della Global Alliance for Banking Values (Gbav), rete internazionale di banche sostenibili che ha messo a confronto i principali dati finanziari delle maggiori banche, le cosiddette “too big too fail” (tra queste Bank of America, Barclays, Bbva, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Société Générale e Unicredit) troppo grandi per permettersi di farle fallire, con un gruppo di banche sostenibili, tra cui Banca Popolare Etica.
Ebbene, dal confronto si scopre che le banche etiche erogano circa il doppio del credito rispetto alle banche di sistema (il 75,9% contro il 40,1% nel periodo 2003-2012), che si sostengono grazie alla raccolta di risparmio dalla clientela (i depositi sono il 73,1% degli asset totali per le banche “sostenibili” contro il 42,9% della banche di sistema), che sono più solide dal punto di vista della capitalizzazione (il rapporto tra capitale e attivi totali è al 7,2% contro 5,5%) e che rendono di più: il return on equity, il rapporto tra il reddito netto e i mezzi propri, tra il 2003 e il 2012 è stato superiore nelle banche tradizionali (11,5%) rispetto all’8,2% di quelle sostenibili e che offrono una redditività sul capitale investito (return on assets) più elevata (0,53% contro 0,37%), con bassi livelli di volatilità.
Lo studio è un ulteriore conferma di quanto mostrato in nella versione precedente della ricerca.
Sono 27 le banche che aderiscono alla Global Alliance on Banking Values e hanno asset per oltre 70 miliardi di dollari. Dieci milioni di persone nel mondo si rivolgono a una banca etica.
Fausta Chiesa
A cura di ETicaNews