17 aprile 2013 – La Commissione europea ha proposto oggi una modifica della normativa vigente in materia di contabilità al fine di migliorare la trasparenza di alcune grandi società sulle questioni sociali e ambientali. Le imprese interessate avranno l’obbligo di informativa sulle politiche, sui rischi e sui risultati riguardanti le questioni ambientali e sociali e quelle legate al lavoro, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione e alla diversità nei consigli di amministrazione.

Il commissario per il Mercato interno e i servizi Michel Barnier ha dichiarato: “Oggi proponiamo un’importante normativa sulla trasparenza delle imprese in tutti i settori per fornire informazioni utili alle imprese, agli investitori e a tutta la società, come richiesto a gran voce dalla comunità degli investitori. Le imprese che già pubblicano informazioni sui risultati finanziari e non finanziari adottano una prospettiva di più lungo termine nei processi decisionali, sostengono minori costi di finanziamento, attraggono e mantengono personale di talento e, infine, hanno più successo. Si tratta di aspetti importanti per la competitività dell’Europa e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Occorre che le migliori pratiche diventino la regola. Le nuove norme si applicano soltanto alle grandi società con più di 500 dipendenti, perché i costi che le piccole e medie imprese (PMI) dovrebbero sostenere per ottemperare alla nuova normativa probabilmente supererebbero i benefici.”

Secondo la proposta, le grandi società con più di 500 dipendenti avranno l’obbligo di pubblicare informazioni rilevanti e concrete in materia ambientale e sociale nelle relazioni annuali. L’approccio adottato garantisce che gli oneri amministrativi siano ridotti al minimo. Invece che una vera e propria relazione di “sostenibilità” dettagliata, si pubblicheranno informazioni sintetiche, utili a comprendere l’evoluzione, i risultati e il posizionamento dell’impresa. Se la pubblicazione dei dati relativi a un determinato settore non è rilevante per l’impresa, non ci sarà alcun obbligo di informativa, ma soltanto quello di motivare la scelta. Inoltre, è possibile pubblicare i dati a livello di gruppo, invece che per ogni singola società del gruppo.

Il provvedimento proposto è stato concepito in un’ottica non prescrittiva e lascia ampia flessibilità alle imprese, che possono divulgare le informazioni più pertinenti nel modo che ritengono più utile. Le società possono avvalersi delle linee guida nazionali o internazionali che ritengono più opportune (per esempio, il Global Compact dell’ONU, l’ISO 26000 o il codice di sostenibilità tedesco).

Per quanto riguarda la trasparenza in materia di tutela della diversità nelle posizioni dirigenziali, le grandi società quotate dovranno pubblicare informazioni sulla propria politica della diversità, con dati relativi all’età, al genere, alla provenienza geografica e alle esperienze formative e professionali. Le informazioni pubblicate dovranno indicare gli obiettivi della politica, le modalità di attuazione e i risultati conseguiti. Le società che non hanno elaborato una politica della diversità dovranno motivare questa scelta. Tale approccio è conforme al quadro generale dell’Unione europea in materia di governo societario.

Contesto
Questa misura è stata annunciata dalla Commissione nella comunicazione relativa all’Atto per il mercato unico nell’aprile 2011 (cfr. IP/11/469), nella comunicazione “Strategia rinnovata per il periodo 2011-2014 in materia di responsabilità sociale delle imprese” pubblicata nell’ottobre 2011 (cfr. IP/11/1238) e nel piano d’azione sul governo e sul diritto delle società adottato nel dicembre 2012 (cfr. IP/12/1340).

La Commissione ha tenuto consultazioni molto ampie con gli Stati membri, le imprese, gli investitori e le altre parti interessate, cominciando con un’ampia consultazione pubblica nel novembre 2010. Nel 2012 è stata portata a termine la valutazione d’impatto che ha preso in considerazione le diverse possibili scelte politiche al fine di adottare una proposta equilibrata, che consenta progressi significativi in materia di pubblicazione di relazioni utili e trasparenti da parte delle imprese, senza comportare un sovraccarico amministrativo.

L’attuale normativa dell’Unione europea, in particolare la quarta direttiva sul diritto societario, disciplina la pubblicazione delle informazioni non finanziarie lasciando alle imprese la facoltà di pubblicare alcune informazioni sugli aspetti ambientali, sociali e di altra natura che riguardano le loro attività. Gli obblighi imposti dalla vigente normativa, tuttavia, si sono dimostrati non chiari e inefficaci, con un’applicazione difforme nei diversi Stati membri. Attualmente meno del 10% delle grandi imprese dell’UE pubblica con regolarità questo genere di informazioni. Col tempo alcuni Stati membri hanno introdotto obblighi che vanno al di là della quarta direttiva sul diritto societario. Per esempio, la Gran Bretagna ha introdotto nel 2006 una normativa, ora in fase di aggiornamento, mentre la Svezia ha adottato una normativa nel 2007 e la Spagna nel 2011; nello stesso anno la Danimarca ha modificato la sua normativa, mentre l’ultimo aggiornamento in Francia risale a maggio 2012.

I costi connessi all’obbligo di informativa a carico delle società di grandi dimensioni sono commisurati al valore e all’utilità delle informazioni e alle dimensioni, all’impatto e alla complessità delle società.

Il 6 febbraio 2013 il Parlamento europeo ha adottato due risoluzioni (“Responsabilità sociale delle imprese: comportamento commerciale trasparente e responsabile e crescita sostenibile e Responsabilità sociale delle imprese: promuovere gli interessi della società e un cammino verso una ripresa sostenibile e inclusiva) che riconoscono l’importanza della trasparenza delle imprese sulle questioni di natura ambientale e sociale.

Fonte: Comunicato Stampa Commissione Europea, 16/04/2013