6 febbraio 2013 – “Nessuna corrispondenza trovata”. Lascia un velo di tristezza, se non una vera e propria inquietudine, verificare che nello studio redatto in occasione della prima edizione dell’Osservatorio Risk Management nelle Pmi italiane, realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, non esiste un solo riferimento alla Csr, alla sostenibilità e in senso più ampio alla Esg (Environmental Social and Corporate Governance). Tutti ambiti, la cui mancanza la recente storia economica del pianeta ha dimostrato essere fonte di grandi rischi per le imprese. E’ una vera e propria delusione, e ancora di più rappresenta un segno di ritardo da parte delle imprese italiane nel percepire l’opportunità di evitare e gestire importanti rischi aziendali adottanto comportamenti sostenibili e rispettosi della Corporate social respondability. Purtroppo i rischi da assenza di Csr non sono mai esplicitati in tutto lo studio.

La mancanza in Italia è un dato di fatto, se si considera che l’Osservatorio del Polimi può essere considerato probabilmente il top del risk management nel nostro Paese. Vi partecipano infatti, oltre ovviamente al Politecnico di Milano, Cineas, il Consorzio universitario no-profit specializzato in cultura del rischio, in collaborazione con the Finc (the Finance Centre) e con Confapi Industria.

L’indagine ha preso in considerazione un campione di 427 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale e appartenenti a tutti i settori dell’economia. Obiettivo dell’indagine è fotografare lo stato dell’arte del risk management nelle piccole e medie aziende italiane, l’ossatura del Paese, e capire quanto sono pronte per affrontare e rispondere ai rischi in maniera adeguata. Il 35% delle imprese italiane ha visto aumentare il proprio profilo di rischio negli ultimi cinque anni mentre il 25% delle Pmi ritiene che i rischi aumenteranno nei prossimi anni.

L’impressione è che i rischi da assenza di Csr siano assorbiti e spalmati all’interno degli altri rischi. Soluzione che diverse esperienze all’estero dimostrano essere pericolosa perché li sottostima. Nell’indagine emerge che, parlando di esposizione alle diverse tipologie di minaccie per le società, il rischio finanziario viene percepito come l’area più critica (48%), seguito da quello operativo (35%); le stesse categorie di rischio, operativo (46%) e finanziario (41%), sono le categorie che assorbono maggiori risorse.

Questa la fotografia della situazione attuale. Ma ormai è tempo di esplicitare anche in Italia i rischi da mancanza di un cultura di sostenibilità in azienda.

Fabrizio Guidoni

 

A cura di ETicaNews