13 novembre 2012 – È iniziato ieri l’invio ai soggetti coinvolti, con l’obiettivo presentarlo entro fine anno alla Commissione europea. Si tratta del Piano Nazionale sulla responsabilità sociale d’impresa che l’Italia dovrebbe essere tra i primi Paesi a portare a Bruxelles, dopo un ampio sforzo di coordinamento delle forze nazionali. Il piano è la risposta alla Comunicazione 681 predisposta nell’ottobre 2011 dalla Commissione ai Paesi membri, in linea con la ricerca di un modello alternativo di sviluppo e di uscita dalla crisi.

Ad annunciare le ultime fasi dell’Action Plan, nel corso della Final Conference di Lucca del progetto Responsible Med guidato dalla Regione Toscana, è stato Danilo Festa, direttore generale della Direzione per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali, funzione del Ministero del Lavoro, la quale partecipa come rappresentante dell’Italia al gruppo di alto livello sulla Responsabilità Sociale d’impresa, presso la Commissione Europea. «Il prossimo step – ha annunciato – è quello di inviarlo a tutti i soggetti coinvolti, quindi di aprire a più presto una fase di consultazione pubblicando il piano, per la prima volta, sul sito di due ministeri: il Lavoro e lo Sviluppo economico». Il documento («concentrato in 55 pagine», ha tenuto ad auspicare Festa, quale indice di sintesi e chiarezza degli obiettivi) è il risultato «di un ampio confronto tra pubblica amministrazione, mondo associativo, aziende, parti sociali e terzo settore». Un percorso in cui l’ente pubblico ha adempiuto al necessario ruolo di «aggregatore» di una realtà spesso troppo ramificata e dispersa.

Dopo aver evidenziato che il progetto ha incorporato anche le ultime disposizioni sulla trasparenza (legge Anticorruzione), Festa ha parlato di una struttura che per la prima volta analizzerà le due anime della responsabilità sociale d’impresa. Si partirà dall’analisi dello status quo delle imprese in termini di responsabilità sociale, sulla cui base saranno enunciati gli obiettivi per il biennio 2012-14. Quindi avrà una sua precisa identità l’analisi sul terzo settore (anche qui, simmetricamente, si partirà dallo status quo per giungere agli obiettivi).

 

A cura di ETicaNews