28 novembre 2012 – Avete una sensibilità particolare verso le questioni ambientale e sociale? Rendimenti a parte, fareste bene, allora, a non investire in titoli di Stato di Azerbaijan, Camerun, Venezuela, Bielorussia, Costa d’Avorio, Angola, Egitto, Nigeria, Pakistan e Iraq. In base ai criteri di sostenibilità ambientale, sociale e governance (Esg) che Ing Investment Management (Ing Im) ha introdotto per la valutazione dei bond governativi dei Paesi emergenti, questi Stati sono in fondo alla classifica di 85 Paesi emergenti. Se volete investire con buona pace della vostra sensibilità, allora potete optare per i sovereign bond di Hong Kong, Cile e Singapore, che hanno conquistato il podio.

L’Italia non fa una figura brillante. In base all’analisi che ha coinvolto anche i Paesi periferici dell’Unione europea, i ranking Esg migliori sono di Spagna e Portogallo (settima e ottavo), l’Italia è 19esima e l’Irlanda 24esima. Meglio dell’Italia fanno Uruguay, Lituania e Lettonia.

Ma perché questa classifica? Gli investitori stanno riservando un’attenzione crescente verso il debito dei mercati emergenti, e quindi nella costruzione di portafoglio è importante considerare e valutare anche le tematiche di sostenibilità. «I criteri sociali, di governance e ambientali determinano il modo in cui un Paese sarà in grado di gestire il proprio futuro e, inoltre, hanno implicazioni significative relativamente alla solvibilità e alla capacità di ripagare i debiti sottoscritti – ha spiegato Rob Drijkoningen, responsabile Emerging Markets Debt di Ing Im -. I Paesi che presentano, nel lungo periodo, un ragionevole livello di auto-sostenibilità del proprio modello sono quelli con il miglior merito di credito, garantendo così la capacità di rispettare gli impegni assunti. Al contrario, i Paesi con una scarsa qualità della governance sono quelli più propensi alle criticità, che possono facilmente sfociare in problematiche a livello sistemico tali da mettere a rischio i creditori».

Nessuno dei Bric (Brasile, Russia, India e CIna) si posiziona nella Top 20: il Brasile è in 25esima posizione, la Cina in 39esima, l’India in 53esima e la Russia in 57esima. Secondo Ing Im, considerato che gli investitori stanno riservando un’attenzione crescente verso il debito dei mercati emergenti, nella costruzione di portafoglio è importante considerare e valutare anche le tematiche di sostenibilità.

Ma che cosa comprende la metodologia Esg di Ing, che di recente è stata aggiornata? Sono presi in considerazione fattori qualitativi come le caratteristiche delle istituzioni, l’efficacia della legislazione, la facilità di fare business, la stabilità e la trasparenza del processo politico, l’abilità nel raccogliere capitali, le tensioni cross-border, lo stato di salute del settore bancario, l’efficienza energetica e la diversificazione dell’attività commerciale. Questi ulteriori indicatori sono stati inclusi all’interno del Sovereign Risk Model di Ing Im, un modello di valutazione che, attraverso criteri macroeconomici e relativi al debito, determina un punteggio sul merito di credito di uno Stato.

Il risultato finale è una media ponderata tra i risultati quantitativi a livello macroeconomico e quelli derivanti dall’applicazione dei criteri di sostenibilità. Questi ultimi sono ottenuti attraverso i dati forniti da istituzioni a livello internazionale, come la Banca Mondiale o le Nazioni Unite. A ogni fattore di sostenibilità si attribuisce il seguente peso relativo:

– Solidità delle istituzioni: 35%

– Processo politico: 25%

– Solidità finanziaria ed economica: 15%

– Cambiamenti strutturali: 5%

– Capacità di resistenza agli choc esogeni: 20%.

 

A cura di ETicaNews