31 ottobre 2012 – Imprese stracariche, oltre il dovuto e oltre il giustificato, di extracosti energetici che derivano in gran parte dalla malagestione degli incentivi per le rinnovabili. Incentivi ricchi ma poco coerenti nella loro distribuzione, insiste il vicepresidente di Confindustria con delega allo sviluppo, Aurelio Regina, in un’audizione alla commissione Industria del Senato sulla bozza della strategia energetica nazionale messa in campo dal Governo.

Intollerabile e ingestibile un maggior costo del 40% rispetto ai concorrenti inflitto alle imprese italiane, salassate per 4 miliardi dalla componente A3 della bolletta, quella che serve appunto a finanziare le energie verdi. Guai, naturalmente, a chiudere i rubinetti agli incentivi. Razionalizzarli con decisione semmai. “Adottando una logica che premi l’efficienza e non la rendita” ammonisce Regina. Ed ecco che “la Strategia energetica nazionale deve fare chiarezza e mettere ordine”, in un orizzonte anche a lungo termine, con una ricetta che “al momento è una sorta di indirizzo senza forza legislativa” e invece merita di “essere tradotta in provvedimenti concreti e vincolanti anche per i governi futuri”. Nelle rinnovabili, nella più decisa promozione dell’efficienza energetica, nell’uso delle risorse che l’Italia ha e non sfrutta a dovere. Delineando “una strategia organica e strutturale per il paese, evitando di continuare ad agire con interventi parziali e congiunturali sui singoli settori senza alcuna visione d’insieme”.

di Federico Rendina – Il Sole 24 Ore

 

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