11 giugno 2013 – Sembra stringersi la morsa normativa sulle aziende in tema di obbligo di rendicontazione dei valori non finanziari, in primo luogo dell’ampio spettro di informazioni sulla sostenibilità. E questo sembra avvenire da entrambi i lati dell’Atlantico, e coinvolgere prima di tutto la schiera dei grandi investitori istituzionali.
A livello europeo, ad Aprile 2013, la Commissione ha proposto una modifica alla Quarta e Settima direttiva sul diritto societario, meglio conosciuta come normativa in materia di contabilità, con l’obiettivo di accrescere la trasparenza di alcune grandi società su questioni non-finanziarie e connesse al tema della diversità. Il processo legislativo ha preso avvio ed ora la nuova proposta è nelle mani dei due co-legislatori (il Parlamento Europeo ed il Consiglio). Quanto il tema sia sostenuto dagli investitori professionali lo ha confermato la recente tavola rotonda organizzata al Parlamento europeo da Acca (l’Associazione internazionale dei commercialisti e dei dottori contabili; scarica la survey di Acca), Aviva ed Eurosif (i cui soci includono fondi pensione, fornitori di servizi finanziari, centri di ricerca e ong, e gestiscono complessivamente asset per oltre 1.000 miliardi di euro; scarica il position paper di Eurosif).
Dall’altro lato dell’Oceano, un gruppo di investitori appartenenti al Ceres-led Investor Network on Climate Risk (Incr), tra cui BlackRock, British Columbia Investment Management Corporation e Afl-Cio Office of investment, aveva addirittura lanciato, nelle scorse settimane, una Consultazione. Il fine, appunto, era quello di inserire, tra le normative che regolano le società quotate Usa e le borse mondiali, la richiesta di una maggiore rendicontazione sulla sostenibilità delle compagnie.
L’iniziativa era parte di un impegno sempre crescente sia di numerosi investitori istituzionali, sia dei mercati borsistici, tra cui il Nasdaq, per rendere obbligatorio alle società quotate il rilascio delle informazioni ambientali, sociali e di governance (Esg). L’obiettivo di Incr e Nasdaq è di creare standard uniformati che possano applicarsi ai diversi mercati.
«I mercati borsistici – ha commentato Gwen Le Berre, vice presidente della Corporate Governance e investimenti responsabili di BlackRock – possono giocare un ruolo di guida nel muoversi verso pratiche di divulgazioni Esg. Noi crediamo che gli standard proposti si muovano verso un buon bilanciamento tra il bisogno, da una parte, degli investitori di informazioni consistenti e comparabili riguardo alle tematiche Esg, e il bisogno, dall’altra parte, delle compagnie per una maggiore flessibilità».
Sono tre le aree principali in cui i promotori dell’iniziativa ritengono importante introdurre l’obbligo di divulgazione: 1) il materiality assessment: la richiesta, cioè, alla compagnia di una valutazione annuale degli aspetti materiali che riguardano le questioni Esg; 2) una tabella per facilitare agli investitori la consultazione delle informazioni riguardanti i parametri Esg; 3) otto parametri Esg rispetto cui alle compagnie sarà richiesto di fare reporting, attraverso la formula del “Comply or Explain”, ovvero: rispetta le regole o spiega perché non le hai rispettate.
La consultazione era promossa da Ceres, un network di investitori, compagnie e diversi gruppi di interesse nato per promuovere un business più sostenibile che porti alla costruzione di un’economia globale più sana.
Elisabetta Baronio
A cura di ETicaNews