9 luglio 2013 – Favorire il capitale “paziente”, contro la finanza mordi e fuggi che non serve a far crescere le imprese. Un nuovo tipo di fondi di investimento sta per affacciarsi nel panorama della finanza europea: sono gli European Long-Term Investment Funds (Eltif). Lo strumento, che è stato proposto dalla Commissione europea a fine giugno, mira a sostenere imprese non quotate in Borsa, progetti a lungo termine, i nuovi European Social Entrepreneurship Funds (EuSEF) e Venture Capital Funds che saranno disponibili dal 22 luglio. Dunque, Bruxelles ha pensato anche a uno strumento in grado di reggere la sfida con i meccanismi di finanziamento dell’impresa sociale (EuSef).

Gli Eltif sono stati concepiti per aumentare l’ammontare dei finanziamenti a disposizione dell’economia reale. Bruxelles stima che per le nuove infrastrutture, da qui al 2020 l’Europa avrà bisogno di una cifra compresa tra i 1.500 e i 2.000 miliardi di euro.

Finora, non sono stati altro che fondi pensione e compagnie assicurative a investire (anche per le particolari esigenze della loro attività) a lungo termine e – si legge nella proposta della Commissione – hanno lamentato il fatto che non esista un meccanismo che li faciliti. Cosa che finora ha impedito a investitori più piccoli di approcciare questo tipo di investimento. Gli Eltif saranno destinati a tutti gli investitori, retail compresi.

«Dobbiamo garantire all’economia reale il finanziamento a lungo termine – ha detto il commissario europeo al Mercato interno Michel Barnier -. Oggi i finanziamenti spesso scarseggiano e, anche dove ci sono, sono eccessivamente concentrati su obiettivi a breve termine. L’accessibilità degli Eltif per tutti i tipi di investitori dell’Unione europea è essenziale per ottimizzare la massa di capitali a disposizione delle imprese europee. È mio auspicio che, creando questa nuova tipologia unionale di investimenti, riusciremo a conquistarci la fiducia sia degli investitori sia delle società».

Gli Eltif hanno tre caratteristiche: sono fondi cross-border, investono in asset illiquidi, vincolano l’investitore per un determinato periodo di tempo, che può essere da dieci anni in su. Bruxelles vigilerà affinché sia data l’adeguata trasparenza e chiarezza al fatto che l’investitore non possa uscire dal fondo prima di un certo periodo di tempo e, in ogni caso, si aspetta che nasca un mercato secondario in cui scambiare le quote degli Eltif.

La pazienza degli investitori sarebbe ricompensata dalla regolarità del flusso di reddito prodotto dall’attività di investimento ed eventualmente dalla riscossione di un premio di illiquidità.

I fondi investiranno in settori quali le infrastrutture, l’immobiliare, le energie rinnovabili e trasporti e la gestione sarà soggetta alla regolamentazione dell’Aifmd, la nuova normativa europea sugli investimenti alternativi che entrerà in vigore il 22 luglio, e non al regime degli Ucits.

In base alla proposta, i nuovi fondi dovranno avere sempre un depositario per tenere in sicurezza le attività, avere una diversificazioni minima tra gli attivi evitando di convogliare capitali troppo ingenti su un’unica attività, utilizzare i derivati soltanto per tutelarsi dal rischio cambio e rispettare determinati limiti circa l’importo che possono prendere a prestito.

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews