5 settembre 2014 – Da ecomostro, abbandonato da anni a causa di fallimenti e aste andate a vuoto, a resort ricostruito completamente a impatto zero. Non sembrava poter avere un lieto fine la storia della Perla Jonica, complesso turistico sorto circa 40 anni fa a Capo Molini, sulla costa vicino Acireale, in provincia di Catania, e passato attraverso la saga della famiglia locale dei Costanzo fino all’amministrazione controllata dello Stato. Invece, dopo anni di tentativi, è andata finalmente in porto la vendita allo sceicco degli Emirati Arabi Uniti Hamed Bin Hamed Al hamed. La bella notizia non è soltanto quella dell’investimento economico (complessivamente oltre 100 milioni di euro) in una regione del Sud Italia, quanto anche il fatto che il progetto prevede una riconversione completamente a impatto zero.

Il nuovo resort, che sarà completato entro due anni, sarà il più grande polo alberghiero del Mediterraneo totalmente green: zero waste, zero emissioni, zero water waste, autoproduzione con storage di energia ed efficienza energetica integrata con rete infoenergetica e telecontrollo. Il nuovo complesso turistico, che prenderà il nome di Hotel Hilton Capo Mulini, sarà gestito dal gruppo internazionale di lusso Hilton. Lo sceicco investirà complessivamente in Sicilia 140 milioni di euro: si tratta del primo investimento emiratino privato, e non con fondi sovrani, fatto in Italia.

Anche la scelta della società che gestirà i lavori è un’ottima premessa in quanto a trasparenza e correttezza della gestione degli appalti. Il ruolo di general contractor è stato affidato, infatti, a Kinexia, società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (quello che richiede tra l’altro i requisiti più alti in termini trasparenza e di corporate governance) che fa ha Csr uno dei suoi valori principali. «Per la scelta dei nostri fornitori – spiega il direttore generale di Kinexia Flavio Raimondo- la procedura prevederà l’utilizzo del protocollo di legalità ma anche i criteri di preferenza previsti dal nostro modello volontario sulla Csr certificato SR10. L’organigramma di cantiere sarà pubblico come l’accesso al cantiere stesso sara’ regolamentato non solo dalla normativa vigente ma anche dalle nostre regole interne volte alla totale sicurezza, inoltre tutti le aziende che sceglieremo avranno l’obbligo di preferire l’utilizzo di manodopera locale».

Il complesso alberghiero sarà dotato dei più moderni sistemi di efficientamento energetico, batterie di accumulo, pannelli solari e termici, controllo remoto dei consumi elettrici. Il dettaglio degli interventi è in via di definizione proprio in questi giorni e comunque – oltre alle tecnologie comuni al mercato delle energie rinnovabili come quelle del fotovoltaico e del termico – Kinexia installerà tutte le nuove tecnologie di efficienza energetica che non saranno solo i led e il monitoraggio di consumi ma anche lo stoccaggio dell’energia e le smart plug.

La storia della Perla Jonica era piena di ombre. La struttura, composta da 459 camere sala congressi, bar, impianti sportivi, locali per intrattenimento, autorimesse, campi da tennis, piscine ed eliporto, è costruita dal Cavaliere del Lavoro Carmelo Costanzo. Si narra che Nitto Santapaola, il mafioso più potente della provincia catanese, vi abbia trascorso buona parte della propria latitanza. Il fallimento dell’impero dei fratelli Costanzo, nei primi anni Novanta, fa strada all’amministrazione controllata. Da anni si cercava di vendere il complesso tramite l’azione di commissari straordinari liquidatori organizzati nella società Rta, Realizzazioni turistico alberghiere Sp,a gestita direttamente dal ministero dello Sviluppo economico, ma tre aste vanno deserte.

Nel novembre 2009 lo sceicco Hamed Bin Hamed Al hamed, appartenente alla famiglia reale di Abu Dhabi, annuncia di voler rilevare il complesso alberghiero. Il tycoon arabo versa allora oltre 4,6 milioni di euro come pre-contratto, a fronte di un costo complessivo dell’operazione fissato in 46 milioni di euro dall’amministrazione controllata. Ma l’acquisto è bloccato da problemi burocratici prima e giudiziari poi. La situazione si è sbloccata quest’estate, ma nel frattempo la costa ha già subito diversi sfregi derivanti da abusi edilizi. Quello ancora visibile è lo scheletro di un albergo che dagli anni ’70 domina il litorale senza essere mai stato abbattuto, proprio al centro di una grande riserva naturale.

A cura di ETicaNews