10 ottobre 2012 – I numeri del mercato italiano degli investimenti etici crescono, ma continuano a essere influenzati da pochi grandi player. Questo in sintesi l’esito dello studio europeo sugli investimenti sostenibili e responsabili, i cosiddetti “Sri”, curato da Eurosif e presentato oggi dal Forum per la Finanza Sostenibile. I dati contenuti nella quinta edizione dello studio evidenziano un’attenzione sempre maggiore degli investitori istituzionali alle tematiche etiche. Nonostante nel 2011 il mercato del risparmio gestito abbia registrato una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente, scendendo a 940 miliardi di euro, il mercato dei fondi sostenibili vola letteralmente. Dal 2009 i Norm-based screening, cioè gli investimenti che tengono in conto il rispetto di standard e norme internazionali, hanno registrato una crescita del 1.056% (da 2,352 a 314,248 miliardi di euro), primeggiando nel settore in Europa.

La predominanza di strategie quali l’Exclusions (pari a 446,79 miliardi di euro di asset under management a fine 2011) e il Norm-based screening (314,25 miliardi) deriva essenzialmente dalle scelte di investimento compiute da Pioneer Investments e dal gruppo Generali. Con quasi 447 miliardi di euro investiti e un incremento del 20% rispetto al 2009, i fondi di esclusione sono gli strumenti finanziari “sostenibili” più utilizzati. La crescita, sottolinea la ricerca, è stata aiutata dall’introduzione di norme contro le mine anti-uomo e cluster bomb da parte di Pioneer Investments nel 2011 per supplire al gap tra la legislazione nazionale e i trattati internazionali in materia.

Assicurazioni Generali a partire dal 2010 ha definito regole precise per gli investimenti Sri e, a oggi, è la compagnia che scommette maggiormente nel mercato Sri italiano. Tra le altre strategie, acquisiscono sempre maggiore importanza gli investimenti in fondi che esercitano attivamente il diritto di voto nelle assemblee (Engagement and voting). Nel biennio 2009-2011 questi ultimi hanno registrato una crescita del 664 per cento.

Di recente, i fondi pensione si sono mostrati molto dinamici, mostrando una crescente consapevolezza in tema di Sri, sia da un punto di vista culturale che tecnico: dal 2010 hanno significativamente aumentato l’utilizzo di strategie sostenibili, soprattutto attraverso l’adozione di benchmark di sostenibilità e qualche progresso è stato compiuto anche sul fronte dell’Engagement. Al contrario, gli investitori retail giocano un ruolo marginale all’interno del mercato, operando solo lo 0,26% delle transazioni. Anche questa tendenza è confermata dall’andamento europeo.

L’esempio che sarà dato in materia dai fondi pensione e dalle compagnie assicurative, nei prossimi tempi, sarà però fondamentale. Per una crescita duratura dei fondi Sri, e della finanza sostenibile più in generale, è infatti necessario che il mercato italiano cominci ad adottare strategie a lungo termine e non solo nel breve periodo.

di Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews