26 maggio 2014 – Lo scorso 20 maggio i fondi pensione italiani si sono assicurati un posto nel percorso della finanza responsabile italiana (Sri). I soci del Forum per la finanza sostenibile (Ffs), a oggi il principale organismo autonomo (cioè non di categoria) in ambito di promozione, sostegno e sviluppo del settore in Italia, hanno eletto presidente Maurizio Agazzi, che siede nel Forum in qualità di direttore generale di Cometa, il principale fondo pensione negoziale italiano. Quella di Agazzi, che segue nella carica Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica sgr, è una nomina a sorpresa, che fa discutere, e che non potrà lasciar indifferenti i protagonisti della finanza tradizionale. Innanzi tutto, il nuovo presidente è stato presentato da Assofondipensione. Il che significa, come lui stesso ammette, che la sua nomina «ha l’obiettivo di agire da volano per l’intero mondo previdenziale nazionale». Inoltre, e soprattutto, Agazzi, pur essendo stato indicato da un soggetto associativo, rappresenta un soggetto specifico. E non un soggetto qualsiasi: Cometa, fondo dei metalmeccanici, ha quasi 400mila iscritti e gestisce 8,15 miliardi di euro di asset. Con questa forza è entrato, appena lo scorso 29 aprile, tra i soci del Forum. E poche settimane più tardi ne ha assunto la presidenza.
Non sarà più possibile tenere la testa girata altrove. «La scelta di Cometa – riprende Agazzi – di entrare nel Forum, e ora la mia nomina, mi auguro agiranno da apripista per altri soggetti». Il manager è consapevole del messaggio che è stato lanciato. «Da parte mia – si schernisce – punto a una presidenza che si inserisca in modo discreto in una struttura che apprezzo e che ha dimostrato di poter dare tanto». Tuttavia, Agazzi sa bene che «i fondi pensione oggi sono tirati per la giacca» in quanto i soli a detenere il patrimonio capace di rimettere in moto l’economia nazionale. «Questi soggetti – continua – non per colpa loro, sono in ritardo sul fronte della finanza responsabile». E, per questo, adesso le opportunità di accelerare sono enormi.
«È un dovere morale ed etico», ama ripetere Agazzi, facendo riferimento al ruolo che i fondi pensione possono giocare nel rilancio del Paese (vedi anche articolo Cometa chiede il conto Sri ai gestori). «Abbiamo la possibilità – sottolinea – di contribuire a un nuovo modello di finanza ed economia per il Paese, in chiave responsabile ed etica». Da anni, si imputa all’assenza dei fondi, nel ruolo di investitori, il mancato sviluppo di un consistente mercato Sri in Italia. La loro entrata in gioco in altri Paesi (a cominciare dalla Francia) ha sostenuto la domanda di prodotti Sri, ha avviato il mercato retail e stimolato la nascita di iniziative di impact investing.
Ora, anche alla luce dei recenti provvedimenti normativi (il via libera del Consiglio di Stato allo schema di decreto 703) l’intero mondo previdenziale sembra essersi svegliato, e messo alla ricerca di opportunità di investimento responsabili (vedi articolo Le casse previdenziali verso l’impact). Ma sembrano mancare le opportunità. Manca il modo di convogliare risorse ai progetti impact che potenzialmente esistono sul territorio, talvolta troppo piccoli per le dimensioni di un fondo pensione. Talvolta privi di un garante istituzionale (come potrebbe essere la Cdp) o di un garante imprenditoriale (che ne pensa Confindustria?) che assicuri struttura e dimensioni necessarie.
Agazzi è il primo a essere consapevole della delicatezza del momento. E degli equilibri che si stanno spostando.
«Spero di portare qui la mia esperienza e la mia credibilità», conclude.
Anche le dimensioni di uno che, quando parla, gli altri sono costretti ad ascoltare.
A cura di ETicaNews