2 settembre 2013 – Il progetto pilota per lo sviluppo e la diffusione del bilancio integrato arriva a quota 100 partecipanti. E, soprattutto, il centesimo componente è nientemeno che la Deutsche Boerse, il listino tedesco. Si tratta della prima Borsa valori che partecipa al percorso lanciato nel 2011 dall’International Integrated Reporting Council (Iirc) con l’obiettivo di definire i nuovi standard di rendicontazione della sostenibilità, cercando una strada che integri al meglio le informazioni di Csr (per lo più, concettualmente, valori intangibili) con quelle ordinarie di bilancio. È dunque estremamente significativo che un ente di gestione di una Borsa, aderisca a un progetto pilota destinato a rivoluzionare i modelli di trasparenza, governance e valutazione delle società (al progetto pilota partecipano otto realtà italiane: Atlantia, Enel, Eni, Generali, Snam, Terna, Pwc e Odcec). «Deutsche Boerse era già impegnata sul percorso dell’integrated reporting (Ir) – si legge nella nota del council – in quanto il rapporto di sostenibilità del 2012 del gruppo tedesco rappresenta un primo passo in questa direzione, nonché evidenzia la volontà di favorire la trasparenza di strategie di investimento olistiche sui mercati di capitali».

Il significato è ben più che dimostrativo. Deutsche Boerse conta approssimativamente 765 società quotate per una capitalizzazione di 1.185 miliardi di euro. È evidente che se la società di gestione del listino abbraccia politiche affini alla piena rendicontazione della sostenibilità, difficilmente le regole di quotazione potranno andare contro a certi principi di trasparenza e rendicontazione. La decisione, peraltro, potrebbe suggerire ad altri listini, a cominciare da Borsa Italiana, di muoversi nella stessa direzione.

Frank Klaas, direttore generale Global Public Affairs del listino tedesco non ha voluto creare allarmismi, sottolineando come il focus dell’informazione finanziaria restino i «fattori materiali». Ma il messaggio per cui la mossa di Deutsche Boerse è destinata ad andare oltre i vecchi «fattori» è chiaro: «La nostra partecipazione al programma pilota Iirc – ha detto – segnala l’inizio del nostro percorso verso uno scenario di reportistica focalizzata su fattori materiali che consentano agli investitori di crearsi una migliore valutazione della capacità di una società di creare e sostenere valore».

Lo scorso 15 luglio, intanto, si è conclusa la consultazione pubblica sul framework di bilancio integrato presentata ad aprile. L’organismo internazionale a fine novembre 2012 aveva reso pubblico il Prototype del modello di bilancio integrato. Il documento di 50 pagine veniva definito un «significativo ulteriore passo verso la versione 1.0 attesa nel 2013». Per lo scorso aprile (tempi rispettati, dunque), l’Iirc prevedeva la pubblicazione del draft della Consultazione formale, per arrivare alla versione finale in dicembre 2013.

Tra gli aspetti innovativi, il comunicato di presentazione della consultazione segnalava che «l’Integrated Reporting si differenzia in articolare per l’introduzione del concetto di sei tipologie di capitale, attraverso le quali le organizzazioni potranno definire, e dunque riportare, la loro capacità di creare, diminuire o distruggere valore nel tempo. Le sei forme di capitale sono: finanziario, manufatturiero, intellettuale, umano, sociale-relazionale e naturale».

 

A cura di ETicaNews