20 maggio 2014 – Chi investe nel futuro punta sempre di più verso l’impact investing. La scelta di modelli di investimento alternativi è stata al centro del convegno “Quali strategie di investimento sostenibile e responsabile per le casse di previdenza dei professionisti”, che si è svolto lo scorso 15 maggio nell’ambito della Giornata Nazionale della Previdenza 2014.

Una strada scelta, tra gli altri, dalla Cassa degli psicologi. «Il nostro ente – ha spiegato Felice Damiano Torricelli, presidente dell’Enpap (Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi) – punta sul modello dell’impact investing perché assicura da una parte un ritorno a livello sociale, e dall’altro rappresenta un vantaggio per i colleghi, garantendo loro nuove opportunità di lavoro. Fare investimenti che abbiano un impatto “reale” è particolarmente importante in un periodo come questo, in cui lo Stato sta riducendo le risorse dedicate alla prevenzione e al reinserimento sociale». Finanziare progetti con un impatto «concreto», insomma, conviene anche agli stessi iscritti alla cassa. Malgrado il fatturato complessivo della categoria sia in crescita e l’Enpap abbia un patrimonio di 800 milioni di euro, i redditi individuali, ha chiarito Torricelli, sono molto bassi: oltre agli effetti della crisi economica, si fa sentire, per una professione esercitata in Italia nell’82% dei casi da psicologhe donne, la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro.

Secondo Torricelli, il know how posseduto dai professionisti potrebbe essere sfruttato in modo positivo nell’impact investing nel sociale, e consentirebbe allo Stato di risparmiare. Tra i possibili e variegati campi di impiego ci sono i progetti contro l’abbandono scolastico o l’inserimento di detenuti tossicodipendenti in specifiche comunità terapeutiche, per far fronte al problema del sovraffollamento delle carceri. Un tema, quello della riabilitazione dei condannati a pene brevi attraverso metodi di finanziamento sostenibili, tornato di recente alla ribalta a proposito dei social impact bond adottati dal carcere inglese di Peterborough.

L’orientamento verso progetti legati all’economia reale è un’esperienza condivisa anche da altri enti. Il presidente della Cassa dei dottori commercialisti, la Cnpadc, Renzo Guffanti, ha rivelato che è in programma la creazione di un piano di investimenti proprio legato a questi canali, lontani dai grandi circuiti finanziari: si prevede che riguarderà un terzo delle risorse della cassa. Gli ambiti su cui verranno spostati i fondi sono il fotovoltaico, la produzione di energia da biomasse e il medicale. La Cnpadc, che è tra gli investitori del Fondo d’Investimenti per l’Abitare nel campo del social housing, ha intenzione di sostenere anche aziende che operano nella gestione di case di cura per anziani, ha spiegato Guffanti: «Il 55% dei nostri iscritti ha meno di 50 anni, ma fra 20 anni per loro potrà essere vantaggioso (in termini di liste d’attesa, per esempio) avere una cassa che ha già un contatto diretto con queste società».

Il nuovo modello di investimento comporta cambiamenti a livello di analisi finanziaria ed extrafinanziaria. «Abbiamo riscontrato che aziende e nazioni che hanno un profilo più “virtuoso”, secondo il modello Esg, rispondono meglio a livello di investimento finanziario», ha spiegato Alessandro Fonzi, country head Italy di Petercam Institutional Asset Management. I fattori Esg che vengono utilizzati per l’analisi di Petercam sono ottanta per quanto riguarda la parte azionaria e sessanta per quella obbligazionaria e governativa. Tra loro, quindi, non solo indicatori economici, ma anche quelli del modello Sri. Il procedimento viene applicato anche nella valutazione degli Stati: «Un Paese è sostenibile quando si prende cura dei suoi cittadini», ha sottolineato Fonzi, specificando che l’analisi dei Paesi segue l’approccio Best in class. Dopo aver stilato una sorta di graduatoria, gli investimenti sono dedicati solo alla metà più virtuosa dei Paesi Osce, mentre viene applicata, seguendo criteri differenti, una selezione «sostenibile» anche per gli Stati emergenti (maggiori dati sono disponibili nella presentazione di Petercam). Ma è più vantaggiosa una gestione responsabile o una obbligazionaria governativa tradizionale? «Vince la prima – afferma Fonzi -. La performance è migliore e la volatibilità minore».

Come ha sottolineato Federica Loconsolo, responsabile dell’area commerciale di Etica Sgr, l’investimento socialmente responsabile non risponde a un’unica definizione, né a un’unica metodologia di analisi e di gestione. «Gli approcci sono numerosi e diversi tra loro, ma l’obiettivo finale è lo stesso». La diversità riguarda anche la sensibilità delle categorie di investitori, che varia in base alle casse di previdenza che li rappresentano. «Effettuare un’analisi extrafinanziaria, rispondente ai criteri Esg, oggi è assolutamente necessario. A richiederlo è il mercato. Le persone sono più consapevoli e vogliono capire dove vanno a finire i propri soldi e se i propri investimenti vengono indirizzati verso qualcosa di concreto». Gli investitori di Etica Sgr possono, su base volontaria, investire in microcredito. E sono molti gli investitori istituzionali che richiedono la consulenza della banca nelle vesti di advisor etico.

Sara Bicchierini

A cura di EticaNews